Chi non conosce la verità è uno sciocco ma chi, conoscendola, la chiama bugia è un delinquente. Bertolt Brecht
lunedì 1 novembre 2010
domenica 31 ottobre 2010
VOCAZIONE "MONNEZZA"
I due lunghi giorni di resistenza trascorsi tra lotte e scontri non possono perire così. Sotto i cumuli di “monnezza”. Io a quella gente voglio dare una voce. Per fare questo ho bisogno di portarti con me, caro lettore, tra le colline verdi del Sannio. Tranquillo sei in buone mani. Ti sei affidato a chi quei giorni li ha vissuti. In prima persona. E lo ha fatto per assolvere a due compiti: quello di cittadina che vuole difendere la propria terra (casa mia dista solo 2 Km dalla mega discarica di Sant’Arcangelo Trimonte) e quella di aspirante giornalista.
Filmare, fotografare ma soprattutto osservare. Mi proponevo di fare questo quando mi trovavo lassù, dove ora voglio condurti. Volevo riuscire a cogliere quel qualcosa in più che mi avrebbe permesso di raggiungere te.
Spero che la scrittura riesca e rendere la drammaticità di quei giorni vissuti insieme a poco più di un centinaio di persone.
SANT'ARCANGELO TRIMONTE. STORIA DI UNA DISCARICA
È il maggio 2002 quando a Napoli esplode l’emergenza rifiuti. L’allora commissario straordinario, il Presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, in accordo con il Presidente della provincia di Benevento e i rappresentanti del Comune di Sant’Arcangelo, realizza per conto del consorzio Napoli, 3 una discarica di 700.000 metri cubi di rifiuti. La gestione della discarica di contrada Nocecchia viene affidata alla FIBE. Il sito di stoccaggio però versa in uno stato di totale degrado: “i muri che circondano la discarica presentano numerose crepe da cui fuoriesce il percolato che ha ormai inquinato il territorio circostante”, afferma il geologo Vincenzo Briuolo. Inoltre la forte pendenza su cui poggia la discarica favorisce la discesa a valle di tale sostanza.
Urge una bonifica che però non arriva. Arrivano invece altre due discariche.
Nel 2008 lo smaltimento dei rifiuti in Campania desta di nuovo serie preoccupazioni. È di nuovo emergenza e la discarica di Sant’Arcangelo Trimonte è già satura. Che fare? La soluzione viene presa il 21 maggio: il nuovo governo Berlusconi approva il Dl 90/08 (convertito in legge n.123 il 14 luglio 2008) con cui si individuano dieci nuovi “siti da destinare a discarica”. Sant’Arcangelo Trimonte figura nella lista.
“Le discariche devono essere interventi altamente industriali, devono essere cioè realizzate nel migliore dei modi dal momento che esse possono dar luogo a inquinamento e a percolamenti”, spiegava il geologo Giovanbattista De Medici, intervenuto il 5 aprile 2008, nell’incontro organizzato a Sant’Arcangelo con l’Assise di Palazzo Marigliano di Napoli, su proposta del Codisam, il Comitato di Salute e Ambiente nato otto mesi dopo l’emanazione del decreto legge.
A scanso di equivoci la stessa legge n. 123, all’articolo 2, prevede la realizzazione di siti da destinare a discarica nel rispetto delle misure indispensabili alla tutela della salute e dell'ambiente. A quanto pare la discarica di Sant’Arcangelo Trimonte fa eccezione.
Gli esperti hanno infatti evidenziato il grave dissesto idrogeologico del territorio che rientra nella cosiddetta "Zona assiale della catena", l'area sismicamente attiva dell'Italia Meridionale dove si generano i terremoti di maggiore intensità. Ma non è tutto. Il progetto della nuova discarica di contrada Nocecchia viola ogni normativa europea in materia ambientale: la zona è infatti sovrastata da un elettrodotto di 150 KV. Non si è trovata neppure l'argilla, la cui presenza è un elemento fondamentale per la scelta dei siti da destinare a discarica, in quanto isolante naturale che mette al riparo da ogni possibile infiltrazione di percolato nel terreno circostante. Un ultimo elemento registrato dai geologi è la presenza quotidiana di forti venti considerati una sorta di fissante della puzza. Un disagio sociale e ambientale, la cui causa non è imputabile solo al vento ma soprattutto alla cattiva gestione della discarica.
Incurante, sprezzante il Supercommissario Gianni De Gennaro va avanti e autorizza sul territorio di Sant’Arcangelo Trimonte, geologicamente malmesso, la costruzione di una mega discarica di due vasche di 450.000 m3cadauna.
Devastanti gli effetti socio-economici: sono in aumento tumori maligni al polmone, vescica e fegato, e di leucemie. Per non parlare del danno economico subito dagli abitanti del posto. Caratterizzata da una forte vocazione agricola la popolazione ha visto il valore delle attività industriale, delle case e del terreno inquinato dalle infiltrazioni di percolato, calare nel giro di pochi mesi.
Ormai sono trascorsi due anni dalla realizzazione dei sito di contrada Nocecchia. Ma il 2010 promette male: le nuove che giungono dai palazzi della Regione Campania non sono confortanti. A Sant'Arcangelo Trimonte è in arrivo un bastimento carico carico di "monnezza".
MONNEZZA E SCONTRI. LA RESISTENZA A SANT'ARCANGELO DURA DUE GIORNI
Il 19 ottobre 2010 il presidente della Regione, Stefano Caldoro, emana un’ordinanza “per arginare e superare l’attuale stato di crisi per quanto attiene il ciclo di raccolta dei rifiuti a Napoli ed in provincia”. Ma come fare? La soluzione è la seguente: “i Comuni e i gestori degli impianti STIR che attualmente conferiscono i propri rifiuti alla discarica di Terzigno conferiranno gli stessi presso le discariche di Savignano Irpino (AV), San Tammaro (CE) e Sant’Arcangelo Trimonte (BN)”.
L’Irpinia e il Sannio irsongono. Sant’Arcangelo insorge. La parola più ricorrente è sopruso. E sì perché il provvedimento Caldoro cancella di fatto la vertenza regionale emanata in agosto “per il ritorno alla gestione ordinaria e provincializzata dei rifiuti”. In altre parole il documento obbligava “le Province della Campania a dotarsi di una proprio sistema di gestione del ciclo dei rifiuti che superi il Consorzio Unico e riconduca la materia alla responsabilità diretta delle singole Amministrazioni Provinciali”. Furioso Fausto Pepe, sindaco di Benevento, che dichiara: «La gravità di questa scelta, oltre a portare alla luce l’incapacità del centrodestra e del presidente Caldoro, sfiducia di fatto i cantori del berlusconismo sparsi in giro per la Campania». La tensione a Sant’Arcangelo sale.
Il giorno 21 ha inizio il presidio. Il sito di contrada Nocecchia pullula di manifestanti. Il Sindaco del paese, Romeo Pisani, e i rappresentanti del Codisam chiedono l’immediata convocazione del Consiglio Provinciale. La proposta viene accettata: il consiglio si terrà nel pomeriggio davanti alla discarica. Alle 18.00.
Il tiepido sole d’autunno colora i volti dei manifestanti e rischiara le fasce tricolori. Quelle dei sindaci che giungono in rappresentanza dei paesi limitrofi. Accompagnati da consiglieri e assessori provinciali, i sindaci sfilano tra la rabbia e la diffidenza dei cittadini per ciò che in passato si poteva fare e non si è fatto. Uno dopo all’altro, gli uomini della politica, si sistemano al di là del lungo tavolo rettangolare. Come figurine di una stampa in bianco e nero. Al di qua del tavolo ci sono i cittadini. I primi hanno il microfono. I secondi solo la forza della voce. Il consiglio è ufficialmente aperto. Gli interventi si susseguono, interrotti dalla voce di qualche coraggioso che, uscendo dalla folla, decide di urlare la propria rabbia. Una rabbia che fa eco tra le colline verdi del Sannio. Si ragiona. Si discute. Si litiga. Ma presto cala la notte. Il buio è implacabile. È tardi. Gli uomini della politica si congedano. Ma prima di allontanarsi fanno una promessa. “Domani saremo di nuovo qui. Accanto a voi”. I santarcangiolesi sono titubanti. Ma non mollano. Sanno che quello che sta per arrivare sarà un giorno di lotta e di scontri. Sono pronti. Difenderanno la loro terra con le unghie e con i denti. Con o senza gli uomini della politica.
Il nuovo giorno è arrivato. Il sole , nascosto tra le colline sannite, illumina il cielo. Timidamente. Sono le 7. La discarica è già presidiata. Le ore scorrono lentamente. L’ansia sale. Si sa, stanno per arrivare. Eccoli. Minuscoli in lontananza, diventano sempre più grandi man mano che si avvicinano. Ma quanti sono? Uno, due, tre, sette. Sette tir. Tutti carichi di “monnezza”. Tutti provenienti dal napoletano. La gente accorre. I manifestanti sono un centinaio. Tra di essi riconosciamo alcuni sindaci, consiglieri, assessori, fedeli alla promessa della sera prima. Dimostranti e politici si sistemano. Uno accanto all’altro. Dinanzi al cancello verde. Attendono l’arrivo delle Forze dell’ordine che devono garantire lo sversamento dei rifiuti.
“Serrate, serrate” urla qualcuno dei dimostranti, “non vi faremo passare” grida un altro. Tra i politici, i più attivi sono il consigliere provinciale Claudio Ricci e il capogruppo dell’opposizione Massimo del Viscovo. Anche i primi cittadini di Molinara, Maria Cirocco, di Apice, Ida Albanese, danno man forte ai manifestanti. Ma a lasciare il segno è il coraggio delle donne del posto. Figlie, mamme, nonne tutte pronte a lottare. E lo fanno col sostegno dei loro uomini e dei ragazzi del Centro Sociale Depistaggio. Poliziotti e carabinieri sono implacabili. Avanzano. Ligi al dovere. Impettiti nelle loro divise blu. Quella gente va sgomberata. I camion devono entrare. Pochi metri dividono i manifestanti dalle forze dell’ordine. Ora solo pochi centimetri. I corpi finiscono per toccarsi. Per scontarsi. Sono momenti di forte concitazione. Tra la folla c’è un ferito. Si chiama Bruno Ranaldo. Ha 63 anni. Bisogna chiamare i soccorsi. Gli scontri non si placano. La polizia allontana i manifestanti. Usa la forza. Quanto basta per aprire un varco. Ora dinanzi al cancello ci sono loro. Poliziotti e carabinieri. I camion si riaccendono. I motori ruggiscono. I grossi tir si avvicinano alla discarica. Stanno per entrare. Ma ecco uno dei manifestanti collocarsi supino davanti al primo dei sette tir. E’ un assessore, Paolo Visconti. I camion devono fermarsi. Le ore successive sono le più cruciali. Un vertice in Prefettura, alla presenza del prefetto Mazza, del presidente della Provincia Cimitile, dei sindaci del comprensorio di Sant’Arcangelo Trimonte e dei responsabili delle Forze dell’Ordine discuterà su quanto accaduto davanti alla discarica. Il tempo passa. I manifestanti non abbandonano il presidio. La risposta arriva in serata. Dopo una lunga discussione, il prefetto si è impegnato a scongiurare lo sversamento di rifiuti in futuro. Ma i 7 tir che sono stati bloccati tutta la giornata dinanzi ai cancelli dovranno sversare. «È stata una difficile trattativa», dice il sindaco Pisani, «Ma la soluzione adottata era il male minore. Abbiamo evitato la militarizzazione della zona con l’arrivo di altri rifiuti da fuori provincia». La terra inghiotte. È la mattina del giorno 23. Da quanto si apprende nel Sannio non dovrebbe più giungere immondizia dal Napoletano. C’è da fidarsi? Intanto la situazione a Sant’Arcangelo rimane tranquilla.
Oggi l'emergenza rifiuti è di nuovo in agguato. Perchè i napoletani producono troppa immondizia o perchè il problema dei rifuiti in realtà non è mai stato debellato?
sabato 30 ottobre 2010
mercoledì 20 ottobre 2010
LA SENTENZA DI CALDORO
Il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, vista la legislazione vigente e sentite le amministrazioni provinciali della Regione, è intervenuto con una ordinanza d'urgenza al fine di creare le condizioni necessarie per arginare e superare l'attuale stato di crisi del ciclo di raccolta dei rifiuti a Napoli ed in provincia.
Vista anche la richiesta del Prefetto di Napoli di consentire ai comuni della Provincia di Napoli, che utilizzano la discarica di Terzigno, di conferire i rifiuti in discariche site in altre province, il presidente ha disposto con proprio atto che i Comuni ed i gestori degli impianti STIR della provincia di Napoli, che attualmente conferiscono i propri rifiuti alla discarica di Terzigno, conferiranno gli stessi presso le discariche di Savignano Irpino (AV), San Tammaro (CE) e Sant’Arcangelo Trimonte (BN).
I conferimenti si intendono per quantità ben precisate e fino al ripristino delle condizioni di regolare funzionamento degli impianti siti nella provincia di Napoli, previsto per il giorno 26 ottobre.
Si è preso atto, in questo momento, che a causa delle manifestazioni attuate dai cittadini nelle aree contigue alla discarica di Terzigno, nonostante i servizi di accompagnamento degli autocompattatori da parte delle forze dell’ordine, non è possibile assicurare il conferimento di gran parte dei rifiuti nella predetta discarica. Tale situazione, come comunicato da numerosi comuni, comporta l’impossibilità di garantire il regolare servizio di raccolta dei rifiuti urbani, che, in conseguenza, si stanno accumulando nei centri abitati, ivi compreso il capoluogo.
La scelta di intervenire si è resa necessaria per la situazione eccezionale determinatasi e per scongiurare, a causa del protrarsi e l’ulteriore accumularsi dei rifiuti medesimi nei centri urbani, pericoli gravi per l’igiene e la salute dei cittadini.
venerdì 8 ottobre 2010
lunedì 27 settembre 2010
martedì 21 settembre 2010
domenica 5 settembre 2010
JOVANOTTI. UNA LETTERA PER SAKINEH.
Le strade di Teheran sono piene di giovani che amano profondamente il loro paese e la propria cultura tanto quanto amano e sognano più libertà, più modernità, più apertura verso il mondo senza rinunciare al loro spirito.
L'Iran è uno dei luoghi chiave del pianeta e la nostra battaglia per liberare Sakineh, anche se condotta a distanza, è giusta e non rivolta contro il popolo iraniano ma contro quei pochi che con una barbarie del genere raccontano al mondo un'immagine del proprio Paese che non corrisponde affatto alla realtà.
MANCANO POCHE ORE ALLA LAPIDAZIONE
"AFFAMATI DI CULTURA E DI DIGNITA'"
venerdì 3 settembre 2010
domenica 29 agosto 2010
E' NATO UN LAVORO. E' NATO NERO.
LETTERA DI UN FIGLIO DI OPERAIO
Odorava di dignità.
Luca Mazzucco
giovedì 12 agosto 2010
QUANDO IL GIORNALISMO E' COLLUSO CON LA POLITICA
La cascata luminosa di Times Square si riversa alle sue spalle, senza soluzione di continuità. Più in basso, all’altezza del terzo piano, le notizie della Dow Jones corrono veloci, come un ruscello di montagna. Alessandro Rampietti, camicia bianca e jeans, barba curata e piglio sorridente, rilassato anche dopo una giornata piena di notizie, è felice.
E’ un impiegato di Al Jazeera, la televisione del Qatar. Di più, è il responsabile della sede di corrispondenza di New York. Si ritrova a gestire storie difficili, come il tentativo di far esplodere una bomba proprio lì, a pochi passi dalla sua redazione. Un lavoro adrenalinico: gestire immagini e parole che passano dal Bangladesh all’Inghilterra, per lo Zimbabwe e l’intero Medio Oriente.
Eppure “volevo lavorare alla Rai”, racconta il senior producer, che ha trentatré anni. “Andai a pranzo con una persona che ha un certo peso nella tv pubblica, il quale, dopo aver apprezzato le mie capacità e aver detto che ero bravo, mi chiese di indicare il mio protettore politico”, racconta Rampietti. Il giovane giornalista andò alla ricerca di un santo in paradiso, incontrando un senatore che, però, gli lasciò “l’amaro in bocca”. La stessa sera ne parlò con un altro collega della Rai: “Ascoltami – suggerì lui – vai alla Columbia University di New York, ti aiuto a trovare una borsa di studio”.
Così è stato, e dagli Stati Uniti Rampietti non è ancora tornato: ha trovato un lavoro che gli fa girare il continente, più certezze e più stimoli per il futuro. “In Italia non ci sono i soldi per viaggiare all’estero, considerato sempre in misura minore nei notiziari – racconta – non amo il modo in cui si fa televisione da noi, sembra una radio cui vengono associate immagini talvolta senza senso, mentre nel mondo anglosassone c’è più attenzione al racconto”.
Certo, ci sono bei programmi “come Report”, anche se “sono passati vent’anni ed è sempre la stessa cosa: sembra che manchi la voglia di innovarsi”. Ben diversa, ovviamente, la realtà ad Al Jazeera, realtà “internazionalista” e “globale” che si divide le scrivanie con l’agenzia Reuters, affacciandosi sulle stesse luci della piazza considerata l’ombelico del mondo.
La versione inglese della tv del Qatar “vuole mettersi al livello degli altri canali internazionali, concentrandosi però sulle storie del Sud del mondo, cercando di portarlo in serie A”. Questo non vuol dire, comunque, “che sia una televisione perfetta: in fondo è soltando un bebé di tre anni, ma le possibilità sono infinite, ed è un posto editorialmente libero”.
Fare giornalismo negli Stati Uniti non è comunque troppo lontano dagli anni romani di Rampietti. Un pizzico di avventura ci vuole, in ogni caso. Quando lavorava per Roma Uno, canale metropolitano della capitale, ogni cronista aveva un motorino ed una telecamerina. “Volevamo essere i primi a raccontare la notizia”, spiega. Anche ora bisogna andare a caccia delle storie più intriganti, intervistando gli abitanti delle periferie, a Bay Ridge, cercando di capire le ragioni profonde della crisi.
Dopo aver viaggiato in 28 dei 50 Stati americani e facendo parecchie incursioni in America latina, il producer di Al Jazeera osserva in maniera distaccata il giornalismo del nostro Paese: “Di solito si vuole mostrare quanto sono stupidi gli americani, o l’ultima novità di Hollywood, magari criticare Bush o lodare Obama”. Gli Stati Uniti, però, sono molto più complessi. I grandi temi, negli ultimi anni, non sono mancati: vanno “dal matrimonio omosessuale alla crisi manifatturiera e automobilistica”.
E a lui, che ha dato l’America? “La libertà, capire che significa la libertà”, risponde. Comunque, anche se sta bene a New York, non è detto che passerà il resto della vita nella Grande Mela. La famiglia, che può annoverare qualche immigrato negli Usa già nelle generazioni passate, rimane in Italia, un Paese che continua ad essere “incredibile: mi piace da morire”.
sabato 7 agosto 2010
LA MISSION MEDIATICA DI "SUA EMITTENZA". MA COSA BOLLE IN PENTOLA?
LICIO GELLI
L'autunno è vicino. Ma Silvio Berlusconi non può aspettare. Anzi non vuole. Nella speranza che la stagione che viene coincida con le tanto attese elezione, urge un restyling televisivo. E non solo. E' necessario che tutti i mezzi di comunicazione stiano con lui. L'obbiettivo? Scongiurare il pericolo futurista: non sia mai che ci si trovi di fronte un finiano. O peggio il Presidente della Camera in persona. Pertanto, come è noto, Sua Emittenza in questi casi non si perde in chiacchiere. Dopotuttto la politica del fare è il suo segno distintintivo.
venerdì 6 agosto 2010
HIROSHIMA. LA VOCE DI UNO SCRITTORE
“...sai invece quando tutto gli fu chiaro? Quando tutto pareva gia’ chiaro ed era gia’ finito, il sei agosto del quarantacinque. Alle otto e un quarto del mattino, se vuoi sapere anche l’ora. Quel giorno Tristano capi’ che il mostro ormai vinto stava lasciando il posto alle mostruosita’ deivincitori... era il secondo crimine contro l’umanita’ di questo allegrosecolo che sta finendo... quel mattino la prima atomica utilizzata come armadi distruzione di massa cadde su una citta’ del nostro mondo annientandoloed incenerendo duecentomila persone. Dico duecentomila, e tralascio lemigliaia morte dopo, e quelle nate morte, e tutti i cancri... e non eranosoldati, erano cittadini inermi che avevano commesso il delitto di non aver nessuna colpa... C’e’ un luogo, a Hiroshima, si chiama Gembaku Dom, e’ un padiglione, vuol dire Cupola atomica, fu l’epicentro dell’esplosione, in quel luogo la temperatura al suolo raggiunse lo stesso calore della superficie solare, vicino al cenotafio con la fiamma della pace c’e’ un pezzo di pietra, e’ la soglia della porta di un edificio, una normale soglia della nostre case, dove mettiamo lo zerbino per pulirci le scarpe. Dentro quella pietra, di marmo, mi pare, assorbita come una carta assorbente succhia l’inchiostro, c’e’ l’impronta di un corpo umano a braccia spalancate. E’ quello che resta del corpo di un uomo che si liquefece sulla soglia di casa sua alle otto e un quarto di quel sei agosto del quarantacinque... Se puoi, fai un viaggio, valla a vedere, e’ una visita istruttiva... e’ stato detto che quelle vittime furono inutili, la testa del mondo era gia’ stata schiacciata a Dresda e a Berlino, e agli americani per piegare il Giappone sarebbero bastate le armi convenzionali. E’ un errore, non furono affatto inutili, ai vincitori furono utilissime, in quel modo fecero capire al mondo che i nuovi padroni erano loro... la Storia e’ una creatura glaciale, non ha pieta’ di niente e di nessuno, quel filosofo tedesco che si suicido’ in una pensioncina di confine fuggendo da Franco e da Hitler e da tutti e forse anche da se stesso aveva riflettuto troppo su questa dama priva di pieta’ che gli uomini corteggiano invano, non gli deve aver giovato... nelle sue riflessione scrisse che davanti al nemico, se vince, neanche i morti saranno al sicuro... di qualsiasi nemico si tratti, aggiungerei, anche il nemico dei cattivi, perche’ per essere nemici dei cattivi non si puo’ fare i buoni, tu che ne pensi?... Capisco la tua obiezione, sono stato troppo sintetico, certo che se vinceva il male non c’era piu’ rimedio... ma del bene volevo dire che... insomma... il bene, ecco che il bene ha vinto sul male, solo che c’e’ un po’ di male di troppo in quel bene, e un po’ troppa imperfezione in quella verita’... La verita’ e’ imperfetta...” .
HIROSHIMA E NAGASAKI: ERA NECESSARIO?
giovedì 5 agosto 2010
LA PUBBLICITA' SHOCK CONTRO LE DONNE
L'Unità ha deciso così di farsi portavoce della protesta. Tutto è iniziato il 23 luglio scorso quando il quotidiano di Concita De Gregorio ha deciso di accogliere la segnalazione di una pubblicità che a definirla volgare si rischia di fare un complimento ai suoi produttori. "Montami a costo zero". Questo lo slogan che accompagnava lo spot il cui obbiettivo era quello di pubblicizzare un pannello fotovoltaico. E così i creativi della Neo Communication, gli autori dello spot, per incrementarne la vendita hanno pensato bene di posizionare davanti all'obbiettivo una donna nuda ripiegata in modo da suggerire una posizione sessuale tra le più note. La perversione maschile avrebbe dovuto fare il resto. Tutto questo succedeva a Milazzo. «Sentiamo l’urgenza di sollevare una reazione forte di fronte a una deriva italiana non più sopportabile», commenta Pina Milici, del gruppo Donne libere che qualche successo l'ha ottenuto. A Milazzo, infatti, il cartellone è stato rimosso e il titolare della ditta, Federico Calderone ha fatto le sue scuse. Di circostanza, ovviamente. E su questo non ci sono dubbi considerando le parole aggiunte poco dopo dallo stesso Calderone: «A Milano, Firenze, Roma, dove la comunicazione è piena di messaggi sarcastici e coadiuvanti una campagna come quella proposta dalla nostra azienda sembrerebbe un messaggio innocente e simpatico e di sicuro stimolo». Forse, forse il pubblicitario siciliano non aveva poi tutti torti. La maggior parte delle città italiane sono invase da spot simili a quelli ravvisati a Milazzo. Ma come spiegarlo alle donne italiane che, dopotutto, si tratta di messaggi 'innocenti' e 'simpatici'?
In realtà le parole di Calderone proprio non convincono il pubblico femminile e la protesta scoppiata nella città siciliana ha fatto proselitismo. Per fortuna. Decine e decine sono state le seganalzioni di pubblicità offensive del corpo delle donne. Milano, Torino, Udine, sono solo alcune delle città 'scattate' da donne reporter che hanno diffuso sul Web le fotografie più emblematiche della bassezza culturale che infesta il mondo occidentale e soprattutto l'Italia. Come non rimanere di stucco di fronte alla pubblicità del noto e vecchio "Amaro del capo" che dall'alto dello scaffale del supermercato tenta di convincere il cliente ad aprire il portofoglio? E lo fa in modo impeccabile: con un cortoncino che, legato al collo della bottiglia, riporta il volto di una donna. Meglio se è una segretaria ma soprattutto meglio se vuole "farsi il capo".
(fonte:www.unita.it)
lunedì 2 agosto 2010
domenica 1 agosto 2010
COPERTINA SHOCK DEL TIME: RAGAZZA CON NASO E ORECCHIE AMPUTATE
Dunque un' immagine eloquente quella che il settimanale statunitense farà uscire sulla copertina del prossimo numero: "Volevo essere sicuro in primo luogo che Aisha fosse consapevole di quanto stava facendo e di ciò che significa essere in copertina. Lei sa che ora diventerà un simbolo del prezzo che le donne afghane devono pagare a causa della ideologia oppressiva del talebani", ha confessato il direttore Richard Stengel.
giovedì 29 luglio 2010
PICCOLE SODDISFAZIONI...
Il fondatore di Repubblica a "Parla con me" , in qualche modo, parla di me...o meglio del mio blog!
mercoledì 28 luglio 2010
I BLOGGER IN PIAZZA CONTRO IL BAVAGLIO
In questo modo si calpesta volutamente la nostra Costituzione, minando il principio di legalità e la divisione dei poteri. Il danno, poi, si ripercuote inevitabilmente sul mondo dell'informazione che vede colpita la fonte delle sue notizie. Per questi motivi non possiamo permetterci di abbassare la guardia. Per questi motivi saremo in piazza. Attenzione e vigilanza. Queste le nostre parole d'ordine».
(fonte: http://www.unita.it/)
martedì 27 luglio 2010
"Siamo tutti politici (e animali)"
premesso questo, posso dirti che
odio i politici odiosi: (e ti risparmio anche soltanto un parco abbozzo di
[catalogo
esemplificativo e ragionato): (puoi sceglierti da te cognomi e nomi, e sparare
nel mucchio): (e sceglierti i perché, caso per caso)
ma, per semplificare,
ti aggiungo che, se è vero che, per me (come dico e ridico) è politica tutto,
a questo mondo, non è poi tutto, invece, la politica: (e questo mi definisce,
sempre per me, i politici odiosi, e il mio perché:
amo, così, quella grande
[politica
che è viva nei gesti della vita quotidiana, nelle parole quotidiane (come ciao,
pane, fica, grazie mille): (come quelle che ti trovi graffite dentro i cessi,
spraiate sopra i muri, tra uno slogan e un altro, abbasso, viva):
(e poi,
lo so che non si dice, ma, alla fine, mi sono odiosi e uomini e animali):
Edoardo Sanguineti
domenica 25 luglio 2010
"HEY BABY": ORA TI SISTEMO IO!
Come difendersi da un molestatore? E' semplice. Basta azionare un pulsante e il gioco è fatto. Bang Bang e lo scocciatore di turno è spacciato. Steso a terra. Grondante di sangue. Peccato però che la realtà sia un tantino diversa. Nel mondo dei comuni mortali, infatti le cose non sono così semplici, a differenza di quanto accade nel videogame che vi propongo di seguito dove l'eroina riesce a vendicarsi senza alcuna difficoltà. Ma lasciando da parte le polemiche, che negli ultimi giorni non sono state poche, non si può non sottolineare come il messaggio del gioco virtuale in questione sia abbastanza chiaro. Le donne chiedono di essere lasciate in pace.
sabato 24 luglio 2010
BLOG, ADDIO!
Tra le modifiche sostanziali figura l'introduzione dell'udienza filtro. Si tratta dello strumento volto a valutare caso per caso cio' che e' rilevante e veramente finalizzato alla conduzione dell'inchiesta da cio' che non lo e', con la conseguenza di rendere pubblicabili le intercettazioni che superano appunto l'udienza filtro.
In merito il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha speso qualche parola: "La nostra linearità è fuori da ogni polemica. Il punto su cui loro hanno fatto una mossa indietro, e cioè l'udienza filtro, era una nostra proposta. Rimangono però problemi rilevanti sul punto delle indagini, parte in cui ci sono nel testo ancora inciampi. Se non si risolve questo punto il nostro atteggiamento rimane duramente negativo".
Il botta e risposta è arrivato dal leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro che ha così difeso la scelta di aver votato contro. "Non sono d'accordo con il resto dell'opposizione che ha votato a favore perché si tratta di un atto di resa inopportuno". Non accetto, prosegue, la scelta del 'meno peggio'. Morire con un colpo di pistola piuttosto che con una dose di cianuro per me è assolutamente identico. Di fatto", conclude il leader dell'Idv, il provvedimento "resta quello che è": un testo "per noi completamente sbagliato". E di sbagliato nel nuovo emendamento non c'è soltanto l'udienza filtro. I cambiamenti, infatti, sono tanti. Vediamone alcuni.
Lo hanno chiamato Comma D'addario ed è l'emendamento che riduce da quattro a tre anni la pena massima per le registrazioni nascoste e quindi considerate fraudolente. Un divieto sorto sull'onda del caso D'Addario ma applicabile anche ai giornalisti per le modalità della registrazione che, ad esempio, è anche quella delle trasmissioni basate sulla 'candid camera'.
E la norma Falcone dove la mettiamo? Ebbene i fautori del nuovo ddl hanno pensato bene di cestinarla. Il provvedimento che garantiva anche per le organizzazioni criminali non mafiose le stesse procedure di indagine agevolate previste per le associazioni mafiose, è diventato carta straccia. Semplicemente non esiste più.
Introdotto anche il concetto di privata dimora sotto il quale vengono etichettate le conversazioni in macchina e in ufficio considerati da questo momento in poi luoghi inviolabili e quindi non più oggetto di indagine.
Eppure il nuovo emendamento all'Udc piace molto. E' di oggi la dichiarazione del deputato Roberto Rao: "Gli emendamenti dell'Udc, in particolare, sono riusciti ad allentare il bavaglio, garantendo maggiore libertà di stampa, e ad eliminare i privilegi per i parlamentari, che ora saranno intercettabili al pari degli altri cittadini".
Ma in tutto questo tram tram a lasciarci le penne sono soprattutto i blog. Il nuovo emendamento, infatti, ha lasciato sostanzialmente inalterata la norma che obbliga anche i blog a pubblicare le rettifiche entro 48 ore dalla richiesta. "Per i siti informatici compresi i giornali e i periodici diffusi per via telematica le rettifiche sono pubblicate entro 48 ore dalla richiesta con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono". A questo proposito la posizione del Pd è risulatato più critica anche se alquanto discutibile. Michele Meta, deputato del principale partito dell'opposizione e Capogruppo in commissione Telecomunicazioni ha invitato il governo e la maggioranza a correggere quella che "rischia di determinare un freno insopportabile alla libertà di espressione e alla creatività di migliaia di blogger. Vista l'immediata e gratuita fruibilità di internet, i blog fanno del web una 'piazza virtuale' aperta, di confronto e arricchimento collettivo, sfidando spesso i grandi media pieni di risorse, sulla qualità e obiettività dell'informazione".
La rete è oggi uno degli strumenti più democratici che esista. Un blog consente di fare informazione e oscurare quelli "non allineati" significa violare ciò che in molti paesi si appresta a diventare uno dei diritti fondamentali dell'uomo: l'accesso alla rete. Ma il mondo del web non si ferma. E' già approdato nelle mani del Presidente della Camera, Gianfranco Fini e in quelle della Commissione Giustizia di Montecitorio, perché venga eliminato dal ddl l'articolo che obbliga i blog alla rettifica.
Entusiasmo e voglia di informare sono due delle principali qualità di un bravo blogger. Il suo obbiettivo? Smuovere le coscienze, formare menti pensati, diffondere la verità. Tutti buoni propositi che il governo italiano, però, pensa di mettere a tacere agitando come uno spauracchio sull'opinione pubblica una sanzione fino a 12.500 euro. Questo il prezzo che un blogger dovrà pagare nel caso in cui decida di diffondere la propria opinione. Giudicate voi se questa è una democrazia.
(fonte: www.repubblica.it)
domenica 18 luglio 2010
sabato 17 luglio 2010
venerdì 16 luglio 2010
HAITI. MESSI VISITA L'ISOLA CHE NON C'E'
MA COME VIVONO GLI HAITIANI A SEI MESI DAL SISMA?
Ma a pagare il prezzo più alto sono soprattutto i bambini, quelli che in poche parole rappresentano il futuro di Haiti, un paese che per il momento un futuro sembra non averlo. 800.000 bambini vagano tra i campi spontanei di Port-au-Prince, 275.000 sono vaccinati contro le principali malattie, 500.000 sono a rischio e quindi necessitano di protezione. Ma non è tutto.
giovedì 15 luglio 2010
"ADULTERIO DURANTE IL MATRIMONIO": CONDANNATA ALLA LAPIDAZIONE
E' questo l'ultimo drammatico appello lanciato qualche giorno fa da due ragazzi iraniani. Sajjad e Farideh hanno rispettivamente 20 e 16 anni. Sono giovani. Ma la realtà, quella più cruda, l'hanno già guardata in faccia ed ora vogliono una sola cosa: salvare la loro mamma.
Occhi neri e volto pallido incorniciato dal tipico velo islamico, nero e senza fronzoli. Questo è il ritratto di Sakineh Mohammedie Ashitiani, un nome che ormai è sulla bocca di tutti. Ma come potrebbe essere altrimenti?
Ma l'opinione pubblica non dimentica e l'8 luglio scorso è arrivata la sentenza dell'Ambasciata iraniana a Londra: Sakineh molto probabilmente non verrà lapidata ma la condanna a morte potrebbe essere comunque eseguita, anche tramite impiccagione, dal momento che il suo avvocato non ha ricevuto alcuna comunicazione ufficiale sulla commutazione della sua condanna a morte.
Il caso di Sahineh ha colpito tutti innescando una mobilitazione internazionale senza precedenti, come quella del gruppo umanitario Amnesty International che si batte per l'annullamento della sentenza tramite una petizione diffusa sul Web. Anche all'interno delle istituzioni iraniane si è aperto un dibattito sulla leggitimità della condanna e sulla vergogna che potrebbe ricadere sulla Repubblica Islamica se la donna vennisse torturata. Una questione di immagine, quindi, più che di diritti umani.
"Condanne di questo tipo verranno attentamente riviste e probabilmente cambiate", ha dichiarato il responsabile dell'ufficio dei Diritti umani a Teheran, Mohammad Javad Larijiani, fratello del presidente del Parlamento iraniano. Insieme i due stanno cercando di arginare la protesta, ogni giorno più forte, che viene non solo dal mondo della politica ma anche da intellettuali, giornalisti, cantanti, premi Nobel, attori, capaci di mobilitare non soltanto l'opinione pubblica ma di fare pressione anche sul governo iraniano che sembra aver preso in considerazione la protesta. Ora che i riflettori sono puntati...