venerdì 21 maggio 2010

COME CORRE LA TECNOLOGIA! DALL'iPHONE ALL'iPAD


iPad, iPad, iPad. Non si parla d'altro in Italia. A meno di due giorni dal suo arrivo, l'iPad è già un simbolo. Tantissime le prenotazioni in Campania. Ma non solo. Nella nostra penisola ne hanno fatto richiesta in migliaia: studenti, manager, professori, amanti della tecnologia. Da Nord a Sud il nuovo tablet di casa Apple è già una mania.

A metà fra un computer e un cellulare, l'iPad pesa poco più di 500 grammi ed ha uno spessore di 13,4 millimetri. Prezzo: 500 euro. Il formato, dunque, è ciò che colpisce a primo acchito. Il motivo è semplice: piccolo e maneggevole, l'iPad non ha la tastiera, quella tradizionale, s'intende. Come gli schermi touch degli smartphone, anche la nuova tavoletta digitale è sensibile al tatto. In realtà è disponibile anche una tastiera esterna che va attaccata al dock e regge lo schermo in verticale.

L'iPad funziona come uno smartphone. Basta premere un pulsante ed il gioco è fatto. Ma rispetto agli smartphone, in testa l'iPhone, i vantaggi sono tanti. Innanzitutto la definizione delle immagini. Dotato di uno schermo con una risoluzione pari di 1.024 x 768 pixel e un angolo di visualizzazione di 178°, l'iPad consente di vedere le immagini diversamente che su un semplice cellulare. Anche la connessione è molto più veloce. Collegarsi ad Internet col wi-fi o col 3G, utilizzando un i-Pod consente di ascoltare e vedere contenuti in streaming.

Insomma per casa Apple l'iPad avrebbe dovuto rappresentare il salto di qualità. E in questo senso ci hanno visto giusto.

I vantaggi del nuovo dispositivo infatti sono tanti ma una novità in particolare distingue l'iPad dai suoi predecessori: la capacità di supportare quei contenuti che col computer hanno poco a che fare. In altre parole utilizzando la tavoletta digitale l'utente ha la possibilità di scaricare e leggere sia libri che giornali. I libri si sfoglieranno sul touch screen utilizzando accorgimenti che facilitano di gran lunga la lettura: allargamento dei caratteri e posizionamento del segnalibro, per dirne alcuni. E iBooks è la biblioteca virtuale che cosente di portarsi dietro una grande quantità di libriMa sull'iPod arrivano anche i giornali in una versione identica a quella cartacea arricchita con file multimediali.

E i difetti? Innanzitutto il formato. Sebbene uno di prcipali vantaggi dell'iPad sia la portabilità è anche vero si tratta di una dimensione a cui ci si dovrà abituare: il nuovo gioiellino infatti non ha una base che consente di appoggiarlo in verticale su una scrivania. Bisogna quindi tenerlo sulle gambe oppure tra le mani. Altra defalliance è la memoria che non cosente di caricare una grande quantità di file musicali, vidoe e fotografici. Anche la mancanza di una videocamera è tra i maggiori difetti dell'iPad.

Ma quanto durerà tutto questo? Quando l'iPod potrà dirsi superato? La tecnologia fa passi da gigante. E' vero. Ma per il momento ci accontentiamo, nell'attesa che il grande protagonista di questa era digitale faccia il suo ingresso trionfale.

ANTITRUST CONTRO GOOGLE NEWS E ADSENSE


Una piccola vittoria quella che gli editori italiani hanno ottenuto contro il colossal di Mountain View. E' di qualche giorno fa la notizia che Google ha ceduto alle segnalazione della FIEG (Federazione Italiana Editori e Giornalisti) in materia di raccolta pubblicitaria online e di utilizzo dei contenuti di terzi sulla piattaforma di Google News. Due gli impegni che Google ha preso di fronte all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato presieduta da Antonio Catricalà. Come si legge nel documento sottoscritto dalle parti in causa, la corporation si rende disponibile al mantenimento per tre anni ad un programma distinto per Google News idoneo a consentire agli editori di escludere i propri contenuti da Google News senza che tale scelta determini alcun effetto sull'inclusione degli stessi contenuti nel motore generale di ricerca di Google. Un successo per gli editori che circa un anno fa avevano accusato Google di mancanza di trasparenza nell'applicazione degli algoritmi e di discriminazione verso chi non voleva comparire su Google News ma continuare a rimanere sulla search tradizionale. Eh si perchè in Italia Google controlla l'80% de mercato e rimanere esclusi dalle sue indicizzazioni significa sparire dal Web. Una prospettiva spaventosa per gli editori ai quali Google ha promesso anche la comunicazione, attraverso l'interfaccia di raccolta e intermediazione pubblicitaria AdSense, della percentuale di revenue sharing e delle sue eventuali modifiche, spettante agli editori affiliati al rogramma che fa capo a Google. Sempre un anno fa gli editori lamentavano il rifiuto di Google di rendere pubbliche le percentuali di ripartizione dei ricavi pubblicitari che la società ottiene attraverso il servizio AdSense.

Il procedimento si concluderà entro il 15 ottobre 2010.

GOOGLE: WHO? WHEN? WHERE? WHAT? WHY?


E se dicessi Google? Cosa risponderesti? Ebbene, non che voglia peccare di presunzione ma penso di saperlo: un motore di ricerca. Sbagliato! Ma non preoccuparti non sei l'unico a pensare questo! Anche noi, studenti di giornalismo, abbiamo risposto la medesima cosa e il prof. Alfonso, sempre lui, ha voluto punirci. Fate una ricerca dettagliata, ha detto. E così io, anche se un pò in ritardo, mi sono cimentata in questo arduo compito.
Cominciamo. Il sito http://www.google.com/, nella sezione Profilo aziendale riporta le seguente dicitura: la missione di Google è organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle universalmente accessibili e fruibili. I fondatori Larry Page e Sergey Brin, hano messo a punto un nuovo approccio alla ricerca online, che ha inizio in una camerata della Stanford University e si diffonde rapidamente in tutto il mondo tra chi esegue ricerche di informazioni. Google è riconosciuto come il maggiore motore di ricerca al mondo, un servizio gratuito di facile utilizzo che di norma restituisce risultati pertinenti in una frazione di secondo. Si ma chi ci crede! O meglio è tutto vero ma Google non è proprio questo: il motore di ricerca è solo uno dei tanti servizi che la multinazionale offre ai suoi utenti. Oops! Multinazionale! Volevo portarla un pò più per lunghe ma mi sono tradita troppo presto! Hai capito bene: Google fondata da blablablablabla è una "corporation", come la chiamano gli americani, che guadagna i suoi utili dalla pubblicità utilizzzando il proprio motore di ricerca Google, Gmail, GoogleMaps, Blogger, Youtube e molti altri servizi. Tutti offerti al pubblico gratutitamente. Ma come si dice l'apparenza inganna dato che Google fa pagare i suoi servizi e anche a caro prezzo. Mentre la parte visibile è assolutamente a costo zero quella dei servizi è spesso poco trasparente. Ma come può accadere tutto ciò? E' semplice. Inserendo una grande quantità di pubblicità spesso indesiderata e, il servizio di Google, AdWords, utilizzato da migliaia di inserzionisti, serve proprio a promuovere una grande quantita di servizi sul Web con annunci pubblicitari mirati. Inserito nella tabella collegamenti sponsorizzati, il servizio non è gratutito. Ogni click ha un costo che viene scalato dal budget dell'utente. Inoltre migliaia di gestori di siti Web utilizzano il servizio di Google chiamato Adsense. A chi non è mai capitato di aprire il proprio sito o blog, che dir si voglia, e vedere la scritta Vuoi guadagnare con AdSense? Ebbene AdSense consente agli affiliati di accumulare un bel gruzzoletto cedendo uno spazio nella proria homepage in cui Google procede ad inserire i propri inserti pubblicitari sempre in tema con la pagina Web. A rimetterci le penne è ovviamente l'utente cstretto a sborsare un pò di soldi ogni volta che clicca sull'annuncio. Un pò di soldi che si trasformano in qualche centesimo quando poi tocca a Google ripagare i propri affliati per lo spazio concesso.
Ma ora un pò di Google Story che non fa mai male.
Partorita il 4 settembre 1998 a Mountain View in California da due studenti, l'azienda viene battezzata col nome Googol. Ma l'appellativo a causa di continue ed errate digitazioni diventa ben presto Google. Intanto il neonato cresce e si fà sempre più "bello". E' l'ottobre del 2003 quando Google dà la prima soddisfazione ai suoi genitori: Microsoft contatta l'azienda per una possiblie fusione. Ma Google rifiuta per cedere nel gennaio dell'anno successivo all'accordo con Morgan Stanley e Goldman Sachs Group. La quotazione inizia con cifre da capogiro: 2 miliardi di dollari soltanto il primo giorno, una cifra destinata ad aumentare negli anni. Oggi quel bambino è un adulto costretto ad affrontare tanti grattacapi.