giovedì 5 agosto 2010

QUESTO CI OFFENDE!

LA PUBBLICITA' SHOCK CONTRO LE DONNE

Umiliate, offese, mortificate. Così si sentono le donne italiane che da qualche tempo lamentano la tendenza ad 'imbrattare' le strade delle città con cartelli pubblicitari volgari e dagradanti.
L'Unità ha deciso così di farsi portavoce della protesta. Tutto è iniziato il 23 luglio scorso quando il quotidiano di Concita De Gregorio ha deciso di accogliere la segnalazione di una pubblicità che a definirla volgare si rischia di fare un complimento ai suoi produttori. "Montami a costo zero". Questo lo slogan che accompagnava lo spot il cui obbiettivo era quello di pubblicizzare un pannello fotovoltaico. E così i creativi della Neo Communication, gli autori dello spot, per incrementarne la vendita hanno pensato bene di posizionare davanti all'obbiettivo una donna nuda ripiegata in modo da suggerire una posizione sessuale tra le più note. La perversione maschile avrebbe dovuto fare il resto. Tutto questo succedeva a Milazzo. «Sentiamo l’urgenza di sollevare una reazione forte di fronte a una deriva italiana non più sopportabile», commenta Pina Milici, del gruppo Donne libere che qualche successo l'ha ottenuto. A Milazzo, infatti, il cartellone è stato rimosso e il titolare della ditta, Federico Calderone ha fatto le sue scuse. Di circostanza, ovviamente. E su questo non ci sono dubbi considerando le parole aggiunte poco dopo dallo stesso Calderone: «A Milano, Firenze, Roma, dove la comunicazione è piena di messaggi sarcastici e coadiuvanti una campagna come quella proposta dalla nostra azienda sembrerebbe un messaggio innocente e simpatico e di sicuro stimolo». Forse, forse il pubblicitario siciliano non aveva poi tutti torti. La maggior parte delle città italiane sono invase da spot simili a quelli ravvisati a Milazzo. Ma come spiegarlo alle donne italiane che, dopotutto, si tratta di messaggi 'innocenti' e 'simpatici'?
In realtà le parole di Calderone proprio non convincono il pubblico femminile e la protesta scoppiata nella città siciliana ha fatto proselitismo. Per fortuna. Decine e decine sono state le seganalzioni di pubblicità offensive del corpo delle donne. Milano, Torino, Udine, sono solo alcune delle città 'scattate' da donne reporter che hanno diffuso sul Web le fotografie più emblematiche della bassezza culturale che infesta il mondo occidentale e soprattutto l'Italia. Come non rimanere di stucco di fronte alla pubblicità del noto e vecchio "Amaro del capo" che dall'alto dello scaffale del supermercato tenta di convincere il cliente ad aprire il portofoglio? E lo fa in modo impeccabile: con un cortoncino che, legato al collo della bottiglia, riporta il volto di una donna. Meglio se è una segretaria ma soprattutto meglio se vuole "farsi il capo".

(fonte:www.unita.it)