sabato 29 maggio 2010

CROSSMEDIALITA': intervista di RaiNews24 ad Andera Soldani, regista televisivo

IL DIZIONARIETTO

  • ABSTRACT

Definizione sintetica del contenuto di un documento.

  • ACCOUNT

Identificativo, associato ad una User-id ed una password, che permette la visualizzazione di dati o per ricevere e leggera la posta.

  • ADS

Nell'anno 1975 le Associazioni UPA (Utenti Pubblicità Associati), FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali), FEDERPRO (Federazione Professionale della Pubblicità) e FIP (Federazione Ialiana della Pubblicità) hanno costituito la libera Associazione "Accertamenti Diffusione Stampa" (ADS) con l'intendimento di rendere possibili le certificazioni dei dati di diffusione e di tiratura della stampa quotidiana e periodica di qualunque specie pubblicata in Italia.

  • ALBERO DI NAVIGAZIONE

E' la mappa che rappresenta la struttura logica di un sito; in essa vengono mostrati tramite tutte le sezioni che compongono il sito stesso.

  • ALGORITMO

Un computer non ha una propria capacità di elaborazione creativa, cioè non è in grado di eseguire alcuna operazione se non viene opportunamente istruito. Spetta quindi a noi tradurre il problema in termini formali, individuare dati e incognite, schematizzare tutti i passaggi, prevedere tutti i possibili casi ce si possono presentare e indicare la via da seguire, in modo che la maccina possa arrivare alla soluzione. L'individuazione di una sequenza ordinata di istruzioni che porta alla risoluzione di un problema viene definita algoritmo. Le operazioni definite devono essere poi tradotte in opportuni linguaggi, in modo che le istruzioni possano essere comprese dal computer.

  • BACKOFFICE

Riguarda la gestione dell'azienda: produzione, logistica, gestione delle risorse umane e contabilità sono le funzione del Backoffice che al contrario del Front Office non ha contatto con il pubblico.

  • BANNER

Elemento grafico inserito nelle pagine web per scopi promozionali di un prodotto, un servizio oppure di un sito.

  • BLOG
La parola Blog nasce dalla contrazione di web log, "ovvero traccia su rete". Pìù dettagliatamente la parola weblog è costituita da "web" cioè la "Rete" e da "log", cioè i software che servono per tenere traccia degli accessi ad un sito. Il termine weblog è stato coniato nel 1997 da Jorn Barger. Un blog è un sito web personale ma pubblico.Si tratta di un sito monotematico facile da usare perchè non richiede competenze tecniche. La stuttura di un blog è costuita da un programma di pubblicazione guidata. Questa struttura può essere personalizzata con vesti grafiche dette templates. Tutte le pubblicazioni si chiamano post. I post vengono etichettati con la data e l'orario di inserimento. Un blog non costa nulla.


  • BLOGOSFERA
Un blog è un luogo vituale n cui è possibli esprimere la propria creatività ma è anche un luogo di interazione e di condivisione con gli altri blogger, cioè quelli che hanno costruito un blog, e con quanti appartengono alla blogosfera.
  • BRAND

Nomi o segni distintivi attraverso i quali un'impresa contraddistingue il proprio prodotto da altri dello stesso genere. Letteralmente l'espressione significa "marca" o "marchio di fabbrica.

  • BREAKING NEWS

Il servizio Breaking News consente di ricevere quotidianamente e in tempo reale un flusso di notizie opportunamente battute e classificate.

  • BROADCASTING

Si intende la trasmissione di informazioni da un sistema trasmittente ad un insieme di sistemi riceventi non definito a priori. L'esempio più classico è costituito da un trasmettitore radio di grande potenza e da un gran numero di ricevitori montati nelle automobili o nelle case. In questo caso, tutti i ricevitori situati nell'area di copertura del trasmettitore riceveranno il segnale, e il trasmettitore non potrà sapere esattamente con chi ha comunicato.


  • BROWSER

Il Browser è il programma che consente la navigazione in Internet, rendendo possibili l'acceso, la visualizzazione delle pagine Web e l'utilizzo dei servizi messi a disposizione.

  • CHAT

Applicazione che consente agli utenti di Internet di comunicare tra di loro in tempo reale e in apposite stanze tematiche, dette room. Domande e risposta si susseguono in tempi brevissimi.

  • CLIENT

Il client è il computer che effettua le richieste di dati ad un server remoto. La più comune interfaccia client è il browser (Netscape, Internet Explorer).

  • COOKIE

Si tratta di piccoli file testuali che, generalmente, vengono sfruttati dai vari siti Internet ad uso statistico, quindi senza alcun intento di danneggiare dati o violare la nostra privacy. I siti Internet che li sfruttano, ne fanno uso, solitamente, oltre che per controllare quante volte uno stesso utente accede al sito web, anche per memorizzare informazioni che possano rendere migliore la navigazione di una persona all'interno di uno stesso sito.


  • COPIE RESE

Le copie rese costutiscono il totale delle copie invendute rese all'editore dai punti vendita.

  • COPIE VENDUTE

Le copie vendute sono il totale delle copie vendute in Italia e all'estero esclusivamente tramite i canali di vendita previsti dalle disposizione di legge.

  • CROSSMEDIALITA'

Col termine crossmedialità si definisce la convergenza digitale dei media di comunicazione (tv, carta stampata, radio, telefono). Tutti questi mezzi di comunicazione convergono nel digitale, grazie ad Internet.

  • DAGOSPIA

E' un sito web di informazione istituito il 22 maggio 2000 da Roberto D'Agostino. Dagospia si occupa principalmente di cronaca rosa e di informazioni confidenziali su fatti e persone del mondo della politica, dell'economia, dello sport italiani. Lo stile della comunicazione è chiassoso e scandalistico a tratti volgare mentre le notizie riportate si sono spesso dimostrate molto rilevanti, esatte e tempestive. Questi due elementi hanno contribuito a farne un sito molto popolare. Dotato di una rubrica intitolata Cafonal e curata dal paparazzo Umberto Pizzi che immmortala gli avvenimenti mondani della capitale, Dagospia registra un afflusso giornaliero pari a 200.000 lettori.

  • DEVICES

Appartengono a tale famiglia i componenti elementari dell'elettronica. Per estensione, vengono anche chiamati così i componenti più complessi e le apparecchiature periferiche: tastiera, stampanti, unità di Memoria di massa, di un elaboratore che sono collegati alla CPU.

  • DIFFUSIONE

Con il termine diffusione si intende il totale delle copie diffuse in Italia ed all'estero così ripartite:

  1. DIFFUSIONE PAGATA (vendita, edicole, abbonamenti a pagamento);

  2. VENDITE IN BLOCCO;

  3. ABBONAMENTI DA QUOTA ASSOCIATIVA;

  4. DIFFUSIONE GRATUITA (Coupons gratuiti, abbonamenti gratuiti, omaggi).

  • DRUDGE REPORT

E' un sito di informazioni. Nato nel 1997 grazie all'iniziativa di Matt Drudge, Drudge Report è costituito da una serie di link che rimandano alle principali storie americane e internazionali in materia di politica, di intrattenimento e di attualità. Il sito ha ottenuto grande successo soprattutto per la tempestività con cui fornisce le notiziae. Drudge è stato infatti il primo a diffondere la notizia della relazione tra Bill Clinton e Monica Lewinsky dopo che il Newsweek aveva deciso di non pubblicare lo scandalo.

  • FEEBACK

Significa letteralmente retroazione, cioè è la reazione ad uno specifico stimolo. E' la risposta del destinatario. Permette di controllare se il messaggio è giunto a destinazione. Ad es. è la risposta che il destinatario invia all'emittente dopo aver ricevuto e letto un messaggio di posta elettronica.

  • FEED RESS

Acronimo di Really Simple Syndacation, il Feed Rss è uno dei più popolari formati per la distribuzione di contenuti Web; è basato su XML, da cui ha ereditato la semplicità, l'estensibilità e la flessibilità. RSS definisce una struttura adatta a contenere un insieme di notizie, ciascuna delle quali sarà composta da vari campi (nome autore, titolo, testo, riassunto). Quando si pubblicano delle notizie in formato RSS, la struttura viene aggiornata con i nuovi dati; visto che il formato è predefinito, un qualunque lettore RSS potrà presentare in una maniera omogenea notizie provenienti dalle fonti più diverse.

  • FORUM

Spazio dedicato a tutti all'interno del quale è possibile scambiarsi informazioni. E' una specie di FAQ (Frequentliy Asked Questions). Ma le risposte non avvengono in tempo reale come nella Chat e possono essere date da chiunque si senta di farlo.

  • GATEKEEPER

Un gatekeeper è definito come qualcuno che controlla l'accesso a qualcosa, ad esempio tramite una porta della città. Nel tardo ventesimo secolo è entrato in uso metaforico, riferendosi agli individui che decidono se un determinato messaggio sarà distribuito da un mezzo di comunicazione di massa.

  • HOST

Dall’inglese ospite, è il computer della rete che ospita le risorse ed servizi disponibili ad altri client.

  • HTML

HTML (HyperText Markup Language) è il Linguaggio descrittivo utilizzato per la creazione delle pagine Web e permette di strutturare una pagina e di creare gli hiperlink. E' il principale linguaggio interpretato dai browser.

  • INDICIZZAZIONE

Per indicizzazione si intende l'inserimento di un sito web nel database di un motore di ricerca, mediante l'uso di apposite parole-chiave. Generalmente è un procedimento che le aziende di web hosting forniscono a pagamento, ma che si può svolgere anche in proprio. L'indicizzazione di un sito internet, in altre parole, è il momento in cui il sito viene riconosciuto dai motori di ricerca e quindi compare nelle loro pagine di risposta alle interrogazioni degli utenti web.

  • INDIRIZZO IP

Identificativo per un computer o un dispositivo all'interno di una rete TCP/IP.

  • INTERATTIVITA'

Una comunicazione interattivita è una comunicazione in cu il destinatario della comunicazione può mandare dei messaggi a chi dà origine alla comunicazione. L'interattività legata all'interazione tra utente ed interfaca di un computer presuppone l'utilizzo di un programma mentre il grado di interattività è proporzionale alla possiblità di manipolare l'infrmazione che si riceve.

  • INTERNET

Composto del latino inter "fra" e dell'inglese net "rete", è la più grande rete telematica mondiale e collega alcune centinaia di milioni di elaboratori. Nata negli anni '60 come progetto del dipartimento della difesa statunitense per lo sviluppo di una rete telematicadecentrata, è solo negli anni '90 che, collegando dapprima i principali poli universitari, la rete raggiunge l'utenza casalinga. Definita la "rete delle reti" oggi Internet è costituita d tutta una serie di reti che possono scambiarsi dati mediante un protocollo comune, il TCP/IP.

  • IPTV INTERNET PROTOCOL TELEVISION

Telvisione via Internet è una tecnologia che cosente di veicolare contenuti ed informazioni televisive in formato digitale sul televisore attraverso connessioni Internet a banda larga.

  • IPERTESTUALITA'

Con il termine ipertestualità si intende la possibilità di accedere ad un' insieme di pagine o testi, legglibili con l'ausilio di un'interfaccia elettronica. consente di passare da una pagina all'altra attraverso collegamenti ipertestuali detti hyperlink o rimandi.

  • MISSION AZIENDALE

Mission, letteralemente missione, esprime lo scopo dell'impresa: perché essa esiste e in cosa si differenzia dalle altre aziende concorrenti. La mission serve a stabilire quale è il fine di un'organizzazione, la ragione stessa della sua esistenza, permette di fissare la strada da seguire partendo da quella che è la sua situazione attuale e disegnando il futuro che si intende realizzare. In parole povere si tratta di capire quale vogliamo che sia l'identità della nostra azienda, e, successivamente, esprimerla in parole in modo da poterla comunicare agli altri. Spesso viene utilizzato uno slogan che attraverso semplici termini disegnano una sorta di immagine dell'impresa, una sua fotografia capace di comunicare agli altri la sua personalità, ciò che l'azienda vuole essere.

  • MULTIMEDIALITA'

La Multimedialità è relativa alla communicazione. E' la possiblità di realizzare documenti complessi integrando più codici all'interno diun messaggio, cosa che già accadeva con la Tv, il cinema e la stampa, ma con l'informatica le possibilità sono aumentate di molto: si ha una convergenza che include tutti i media e tutti i codici (testi, suoni, immagini, filmati, animazioni).

  • NET CLIPPING

Il net clipping, o monitoraggio del web, consiste nell’analisi di quanto viene pubblicato quotidianamente su internet alla ricerca di informazioni interessanti per la clientela.

  • NODO

Punto di accesso in Internet attraverso un numero telefonico.

  • PORTAVOCE

E' colui che nell'ambito della comunicazione politica porta il messaggio del leader, possiede quindi una delega rappresentativa. Il portavoce inoltre è in grado di interpretare il messaggio ma il suo pensiero non ha valenza politica: è semplicemente un filtro in grado di avvicinare gli ascoltatori alla questione.

  • POSIZIONAMENTO

Riguarda un'azione volta a determinare che un sito compaia in una specifica posizione nelle pagine di risposta dei motori, cioè nelle prime posizioni.

  • PROFILATURA UTENTE

Nell'ambito dell'Informatica di Rete, per Profilatura Utente si intendono tutte le componenti che riguardano la creazione e la gestione organizzata di una base dati utenti e la sua integrazione regolata con altre funzionalità del Sito o Portale. Si usa una profilatura ogni qual volta siamo in grado di riconoscere n singolo Utente, o un livello d'utenza e siamo in grado di fornirgli selettivamente i nostri contenuti o servizi.

  • PROTOCOLLO

Descrive le convenzioni per le comunicazioni per la cominunicazione tra elementi in una rete. Contiene le regole per aprire, gestire, interrompere una connessione nonchè informazioni sui formati dei dati, gli intervalli temporali e un'entuale gestione degli errori.

  • RANKING

La posizione in cui viene mostrato il sito all'interno di un'interrogazione a un motore di ricerca in base alle keywords inserite.

  • RESTYLING

Restauro e rinnovamento dei siti Web non solo nell'aspetto grafico ma anche in termini di usabilità, accessibilità, navigazione.

  • REVENUE SHARING

Su internet è noto come costo per vendita. Si tratta di uno strumento di retribuzione online: il blogger scrive un articolo per un sito. A sua volta il sito consente al blogger di inserire il suo codice adSense dove ha scritto il post e guadagnare in base ai click che genera l'annuncio.

  • SCRIPT

Porzioni di codice scritti in linguaggi appositi (Javascript, Perl, PHP, JScript) utilizzati all'interno di pagine web per creare animazioni o reazioni altrimenti non ottenibili con il semplice Html.

  • SCROLLING

Lo scrolling è la funzione che con l'aiuto del mouse fa andare le pagine verso l'alto o verso il basso.

  • SMARTPHONE

E' uno strumento di ultima generazione che permette di comunicare velocemente e ovunque ci si trovi. Dispone di tutte le funzionalità di un cellulare oltre a fuzionalità avanzate di posta elettronica e messagistica SMS. Permette di accedere facilmente ad Internet grazie alla predisposizione alla rete Wi-fi.

  • SPIN DOCTOR

Lo Spin doctor è un consulente politico esperto di comunicazione e marketing che affianca e consiglia i politici nelle loro attività: può scrivere discorsi, curare le pubbliche relazioni o l’immagine di un candidato, fare da portavoce di partiti o proporsi come esperto di sondaggi. Spin è un effetto particolare che si dà alla palla da baseball, e questo significato è stato assunto per alludere allo specifico orientamento che il consulente dà alle notizie divulgate.

  • STAFF

E' formato da ex giornalisti he cominciano ad occuparsi di ufficio stampa mantenendo comunque i rapporti con i mezzi di comunicazione.

  • STREAMING VIDEO

Insieme di tecnologie che consentono il trasferimento di dati in rete in modo tale che il sistema che li riceve (client) possa elaborarli come un flusso continuo e visulizzarli sotto forma di immagine video.

  • SWITCH

Dispositivo che, in una rete, seleziona la via di instradamento dei pacchetti di dati verso la loro destinazione. E' un dispositivo più veloce e semplice di un router, il quale sceglie l'instradamento anche giudicando in base ad un resoconto dei costi e dei tempi di trasmissione.

  • TABLOID

Termine usato sino al 1970-80, nel campo dell'editoria in riferimento a giornali popolari e caratterizzati da un firmato più piccolo rispetto alle taglie standard. Altre caratteristiche erano le notizie "urlate", le rubriche di cronaca rosa e un'indulgenza al gossip. Più recentemente questa distinzione fra "stampa seria" e "stampa popolare" è venuta meno e quasi tutti i giornali hanno adottato il formato tabloid.

  • TAG CLOUD

Una nuvola di tag è una rappresentazione visiva delle etichette (tag) o parole chiave usate in un sito web. Generalmente questa lista è presentata in ordine alfabetico, con la peculiare caratteristica di attribuire un font più grande alle parole più importanti. I tag che vengono visualizzati, possono riguardare la frequenza di utilizzo delle parole all'interno del sito oppure il numero di volte che una parola all'interno del sito è stata consultata.

  • URL

Uniform Resource Locator è l'indirizzo di un file accessibile tramite Internet. Il tipo di file dipende dal protocollo utilizzato: con HTTP gli URL raggiungibili possono essere pagine HTML o qualsiasi file visualizzabile del proprio browser. L'URL è composto dal nome del protocollo seguito dall'indicazione del server e dal percorso che identifica la risorsa.

  • VISITATORE UNICO
Utente che ha visitato una pagina Web. Nei servizi di statistiche, anche se naviga diversi documenti all'interno sel sito, un visitatore viene conteggiato una sola volta, grazie alla registrazione del suo IP.
  • WI-FI

Nome commerciale delle reti locali senza fili.

  • WiMax

Tecnologia di trasmissione senza fili a banda larga in grado di fornire elevate prestrazioni in termini di velocià trasmissione di dati ed ad un costo relativamente basso.

venerdì 28 maggio 2010

INFORMATICA APPLICATA AL GIORNALISMO 28/05/2010

COMUNICAZIONE POLITICA
Eccoci alla penultima lezione di Informatica applicata al Giornalismo. Argomento del giorno: la Comunicazione Politica. Tre le tipologie di comunicazione affrontate dal prof. Alfonso. Insieme alla comunicazione istituzionale che ha costituito il tema principale della lezione scorsa e alla comunicazione di prodotto che esimineremo in occasione del prossimo ed ultimo appuntamento, la comunicazione politica rappresenta un modello comunicativo estremamente attuale e soprattutto potrebbe costutire in futuro per noi studenti di giornalismo un terreno fertile in termini di sbocchi occupazionali. Indagini, sondaggi, monitoraggi sono solo alcune delle attività che ruotano intorno alla comunicazione politica.
Ma che cosa intendiamo con l'espressione comunicazione politica? Innanzitutto è necessario distinguere tra la politica in senso stretto e la comunicazione politica vera e propria. Quest'ultima riguarda piuttosto la ricerca di un risultato che si misura poi in termini di consenso. Ebbene la comunicazione politica è consenso. Fare comunicazione politica significa soddisfare gli interessi della comunità che si vuole rappresentare e per questo motivo bisogna tenere presente molti fattori. Fardelli di un buon comunicatore sono essenzialmente il chi, il come e soprattutto il che cosa si vuole comunicare.
Tante le differenze rispetto alla comunicazione di prodotto. Innanzitutto quella politica non ha bisogno di intermediari. E' più diretta e sicuramente meno emozionale. La vendita di un prodootto porta con sè una carica emotiva che si misura in termini economici e presuppone una buona dose di creatività. Anche in politica si vende un prodotto ma la cartina di tornasole è ovviamente il consenso. Inoltre c'è da dire che una comunicazione politica veicola un messaggio i cui vantaggi non devono essere evidente al destinatario ma piuttosto nascosti tra le righe. In caso contrario la comunicazione politica si ridurrebbe a puro e semplice marketing che invece non necessita dell'ausilio della parola. Colpire. Colpire. Colpire. E' questo il punto di forza del marketin. Lo slogan, insomma. La comunicazione, quella politica, rifugge la frase ad effetto per approdare al mondo della parola. Una parola che sappia persuadere, convincere e informare. Una parola che sappia in qualche modo essere anche intuitiva.
E a questo punto eccoci di nuovo in giro per il modo. Prima tappa: USA.
Chi secondo voi tra gli esponenti politici in carica può essere considerato il migliore comunicatore? Alla domanda del prof. si è levata una voce per così dire corale...Barack Obama, ovvio. Ma sarà vero? Ebbene senza deludere coloro i quali il Presidente ha saputo catturato con il suo charme durante i lunghi ed interminabili mesi di campagna elettorale, la risposta non è proprio positiva. Senza dubbio Obama è cosiderato un buon oratore ma per un motivo in particolare: ha vinto. Ha vinto contro McCain e questo sebbene risulti scontato è fondamentale per venire annoverato tra i comunicatori più bravi. Obama ha avuto consenso ma analizzando la situazione con un occhio più esperto possiamo dire che non è stato poi tanto merito suo. Ripetitivo nelle parole e negli attegiamenti il Presidente degli Stati Uniti è tale grazie al sistema di comunicazione di cui si serve. Ma come fanno e hanno fatto tutti i politici del mondo, del resto. Il più garade cominicatore degli ultimi tempi è stato senza dubbio il francese, Charles De Gaulle, un miltare. Particolare quest'ultimo da non trascurare. Ma ritorniamo negli Usa dove la comunicazione politica è senza dubbio molto efficiente. Consiglieri, comunicatori, attivisti, analisti, tecnici informatici, spie sono le figure che colorano il mondo della comunicazione politica e negli Stati Uniti il loro compito è particolarmente arduo soprattutto in consideazione dell'elevato tasso di disinteresse degli americani nei confronti della politica. Demolire l'avversario, studiarlo, spiarlo è fondamentale per arrivare primi. Di questo sono ben cosapevoli gli uomini di Obama e strategica è risultata la decisione di ingaggiare il personal manager di Google con cui lavorano 120 persone. Eh, si perchè la tecnologia gioca un ruolo fondamentale nel mondo della comunicazione politica. La rete consente di anticipare tutte le mosse dell'avversario anche se gli errori possono essere molteplici. In America il punto più alto del podio in materia di comunicazione è detenuto dai blog: Drunge Report, Dagospia, Huffington Post, per dirne alcuni. Ultima precisazione. L'attività di comunicazione non è finalizzata al raggiungimento di un buon risultato elettorale. Il consenso va coltivato e in questo senso Obama ha saputo distinguersi. Si può definire una sorte di circolo vizioso quello che sta alla base della logica comunicazionale finalizzata al mantenimento del consenso: dare informazioni per ottenere informazioni e così...via a profilature, feedback, informazioni riflesse e chi più ne ha più ne metta! L'obbiettivo: individuare una base di dati oggettivi che vengano incardinati nell'esperienza soggetiva. Ogni giorno. In maniera maniacale. Semplicemente per conoscere le proprie vittime. Lo staff che circonda il leader è più importante del leader stesso. Ribadisco.
Ma attraversiamo l'Atlantico e con un piccolo salto arriviamo in Eurpoa. Meta: Gran Bretagna. L'analisi della comunicazione inglese presuppone un riferimento ai fatti degli ultimi giorni: le elezioni politiche che hanno visto il confonto tete a tete tra Brown, il presidente uscente, e Cameron. Le statistiche avevano annunciato la sconfitta del primo e come volevasi dimostrare il candidato conservatore ha avuto la meglio. Ma non proprio dal momento che il terzo partito in gioco, i liberali di Clegg, ha avuto un consenso tale da potersi sedere al tavolo delle trattative ed ottenere la poltrona della vicepresidenza. Come ha fatto? Semplice. Questione di comunicazione politica. Il canditato liberale ha saputo sfruttare la rete molto meglio di quanto non abbia fatto Cameron, incollato alle telecamere delle televisioni per tutto il periodo elettorale. E così è stato portato avanti un modello sanguisuga finalizzato alla persecuzione continua e asfissiante dell'avversario. Una persecuzione che ha dato i suoi frutti nelle ultime 48 ore di campagna elettiorale.
Arriviamo così in Francia. La patria di Sarkosy. La nazione dove fare comunicazione politica significa costruire la figura del leader, esaltarla, mitizzarla un pò come sta accadendo in Italia dove assistiamo ogni giorno all'inacapacità dei politici di sinistra di veicolare un messaggio che abbia qualcosa di politico e alla corsa sfrenata del centro destra che, ahimè, diffonde mesaggi migliori dal punto di vista della comunicazione. Si tratta di messaggi decodificabili e quindi compresi meglio dagli italiani che tra gli interessi primari non mettono certo la politica!

domenica 23 maggio 2010

IERI LA LOGGIA P2, OGGI IL BAVAGLIO: I CONTI TORNANO


Estate 1981. Scoppia lo scandolo P2: gli elenchi della Loggia Massonica di Licio Gelli sono di dominio pubblico. Estate 1982. Il Piano di Rinascita Democratica della P2 è sotto sequestro. Ma facciamo un passo indietro dal momento che la comprensione di quello che accadeva in Italia trent'anni fa è indispensabile per spiegare i fatti di questi giorni. E soprattutto perchè "chi ha condiviso quel progetto è oggi alla guida del Paese" come ha scritto nel suo editoriale, il direttore dell'Unità, Concita De Gregorio.
LA LOGGIA P2. STORIA E ORIGINE La data di fondazione della loggia massonica Propoaganda 2 affonda le sue radici in un passato molto lontano. Il punto di partenza è il 1875. Adriano Lemmi, cinico banchiere livornese, è il primo a conferire alla Massoneria quell'impronta che l'ha caratterizzata per decenni: "Chi è al governo degli Stati o è nostro fratello o deve perdere il posto", una frase questa largamente condivisa da Licio Gelli nel 1969. E' trascorso quasi un secolo infatti quando il giovane apprendista, presentato da Roberto Ascarelli al Gran Maestro Gamberini, riceve subito un incarico importante all'interno della loggia. Un salto in avanti e arriviamo agli anni '70, quelli dei grandi scandali: dal Banco Ambrosiano alla "scalata" del Corriere della Sera, dal crack della Banca Privata di Sindona allo scandalo Eni-Petrom, tutti affari appetibili per la P2. Affari, insomma, per cui valeva la pena rischiare e il sodalizio tra il potere politico e il mondo della finanza si fa sempre più serrato. Ma a Gelli non basta. E' necessario che la Loggia si serva anche delle organizzazioni criminali: mafia, camorra, 'ndrangheta sono i principali interlocutori dei massoni. Gli anni seguenti vedono una disputa interna tra Salvini e Gelli che si conclude nel 1975 con l'elezione del secondo a Gran Maestro. Da questo momento in poi la corsa della P2 è inarrestabile: la segrtezza degli affari si fa sempre più forte, il reclutamento di personalità importanti tra le file dei massoni sempre più palese. Politici, burocrati, militari, banchieri, industriali, editori sono questi gli uomini di Licio Gelli quando il 17 marzo 1981 la Guardia di finanza per ordine di due magistrati sequestra a Castel Fibocchi i documenti che contengono i nomi degli affiliati. Dopo il sequestro delle carte, il 22 maggio 1981 arriva l'ordine di cattura per Gelli con l'accusa di spionggio politico. Per lui il rischio è di 15 anni di reclusione. Tanti i suicidi. La Borsa di Milano cade a picco: lo scandalo è tale che l'anno successivo il nuovo governo Spadolini costituisce una commissione di inchiesta e procede all'approvazione di una legge che punisca i colpevoli (legge 25 gennaio 1982, n.17).

GLI AFFILIATI. Dei 953 nominativi riportati nero su bianco sui documenti di Castel Fibocchi, ne ritroviamo uno il cui nome risulta piuttosto familiare. Berlusconi, Silvio. Tessera n.1861. Motivo dell'iscrizione: ottenere agevolazione in campo edilizio. Come a suo tempo tenne a precisare la Commissione parlamentare, Berlusconi era a capo di un'impresa di costruzioni impegnata in quegli anni nella edificazione di Segrate, di Milano 2, del teatro Manzoni e successivamente di Brugherio. Ma dove aveva trovato tanti soldi Berlusconi. Ebbene non è difficile immaginarselo se si pensa che dovere dei confratelli fosse quello di sostenersi a vicenda. I soldi infatti non piovono dal cielo: sono la Banca Nazionale del lavoro che conta 8 affliati alla P2 e il Monte dei Paschi di Siena, il cui direttore, Giovanni Cresti, fa parte della Loggia a finanziare i colossali progetti meneghine.

IL PROGRAMMA. Denominato Piano di Rinascita Democratica il programma della P2 mirava a mettere in atto una dittatura soft. Un golpe bianco come affermò lo stesso Gelli in un' intervista rilasciata il 5 ottobre 1980 a Maurizio Costanzo, anch'egli un piduista identificato con la tessera n.1816. Nella premessa del programma si legge: "il piano intende rivitalizzare il sistema attraverso la sollecitazione di tutti gli Istituti che la Costituzione prevede e disciplina, dagli organi dello Stato ai partiti politici, alla stampa, sindacati, ai cittadini elettori". Una presa di posizione importante quella della P2 che non ha tardato a mostrare i suoi effetti. Il disegno di legge in discussione al Senato e che mette il bavaglio alla stampa vietando la pubblicazione di atti e notizie giudiziarie fino alla fine dell'udienza preliminare, pena una multa di 20mila euro e due mesi di carcere per il giornalista, diventa una logica conseguenza di quello che nel programma viene definito un procedimento nei confronti della stampa: "Ai giornalisti acquisiti dovrà essere affidato il compito di simpatizzare per gli esponenti politici. In un secondo tempo occorrerà acquisire alcuni settimanali di battaglia, coordinare tutta la stampa provinciale e locale attraverso un agenzia centralizzata; coordinare molte tv via cavo con l'agenzia per la stampa locale, dissolvere la Rai-tv in nome della libertà di antenna". Ma non solo. Il programma di Licio Gelli dice anche che è necessario approvare una nuova legislazione che sia protettiva della dignità del cittadino: la privacy. Ebbene Silvio Berlusconi è il prescelto. L'uomo adatto a portare avanti questo programma che prevede tra l'altro la selezione degli esponenti del mondo politico nonchè il rafforzamento del ruolo del Presidente del Consiglio. E ancora i sindacati di cui è necessario la sollecitazione della rottura, la riforma della giustizia e il contollo politico della magistatura nei confronti della quale è sufficiente stabilire un raccordo sul piano morale e programmatico ed elaborare un'intesa diretta a concreti aiuti materiali per poter contare su un prezioso strumento già operativo nell'interno del corpo anche ai fini di rapidi aggiustamenti legislativi che riconducano la giustizia alla sua tradizionale funzione di elementi di equilibrio della societò e non già di eversione. Tutto sembra coincidere perfettamente. Non serve fare previsioni. Quello che prima era un programma oggi è una cruda realtà.

Consiglio di visitare il sito http://www.loggiap2.com/ dove è disponibile il testo integrale del programma della Loggia massonica.

venerdì 21 maggio 2010

COME CORRE LA TECNOLOGIA! DALL'iPHONE ALL'iPAD


iPad, iPad, iPad. Non si parla d'altro in Italia. A meno di due giorni dal suo arrivo, l'iPad è già un simbolo. Tantissime le prenotazioni in Campania. Ma non solo. Nella nostra penisola ne hanno fatto richiesta in migliaia: studenti, manager, professori, amanti della tecnologia. Da Nord a Sud il nuovo tablet di casa Apple è già una mania.

A metà fra un computer e un cellulare, l'iPad pesa poco più di 500 grammi ed ha uno spessore di 13,4 millimetri. Prezzo: 500 euro. Il formato, dunque, è ciò che colpisce a primo acchito. Il motivo è semplice: piccolo e maneggevole, l'iPad non ha la tastiera, quella tradizionale, s'intende. Come gli schermi touch degli smartphone, anche la nuova tavoletta digitale è sensibile al tatto. In realtà è disponibile anche una tastiera esterna che va attaccata al dock e regge lo schermo in verticale.

L'iPad funziona come uno smartphone. Basta premere un pulsante ed il gioco è fatto. Ma rispetto agli smartphone, in testa l'iPhone, i vantaggi sono tanti. Innanzitutto la definizione delle immagini. Dotato di uno schermo con una risoluzione pari di 1.024 x 768 pixel e un angolo di visualizzazione di 178°, l'iPad consente di vedere le immagini diversamente che su un semplice cellulare. Anche la connessione è molto più veloce. Collegarsi ad Internet col wi-fi o col 3G, utilizzando un i-Pod consente di ascoltare e vedere contenuti in streaming.

Insomma per casa Apple l'iPad avrebbe dovuto rappresentare il salto di qualità. E in questo senso ci hanno visto giusto.

I vantaggi del nuovo dispositivo infatti sono tanti ma una novità in particolare distingue l'iPad dai suoi predecessori: la capacità di supportare quei contenuti che col computer hanno poco a che fare. In altre parole utilizzando la tavoletta digitale l'utente ha la possibilità di scaricare e leggere sia libri che giornali. I libri si sfoglieranno sul touch screen utilizzando accorgimenti che facilitano di gran lunga la lettura: allargamento dei caratteri e posizionamento del segnalibro, per dirne alcuni. E iBooks è la biblioteca virtuale che cosente di portarsi dietro una grande quantità di libriMa sull'iPod arrivano anche i giornali in una versione identica a quella cartacea arricchita con file multimediali.

E i difetti? Innanzitutto il formato. Sebbene uno di prcipali vantaggi dell'iPad sia la portabilità è anche vero si tratta di una dimensione a cui ci si dovrà abituare: il nuovo gioiellino infatti non ha una base che consente di appoggiarlo in verticale su una scrivania. Bisogna quindi tenerlo sulle gambe oppure tra le mani. Altra defalliance è la memoria che non cosente di caricare una grande quantità di file musicali, vidoe e fotografici. Anche la mancanza di una videocamera è tra i maggiori difetti dell'iPad.

Ma quanto durerà tutto questo? Quando l'iPod potrà dirsi superato? La tecnologia fa passi da gigante. E' vero. Ma per il momento ci accontentiamo, nell'attesa che il grande protagonista di questa era digitale faccia il suo ingresso trionfale.

ANTITRUST CONTRO GOOGLE NEWS E ADSENSE


Una piccola vittoria quella che gli editori italiani hanno ottenuto contro il colossal di Mountain View. E' di qualche giorno fa la notizia che Google ha ceduto alle segnalazione della FIEG (Federazione Italiana Editori e Giornalisti) in materia di raccolta pubblicitaria online e di utilizzo dei contenuti di terzi sulla piattaforma di Google News. Due gli impegni che Google ha preso di fronte all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato presieduta da Antonio Catricalà. Come si legge nel documento sottoscritto dalle parti in causa, la corporation si rende disponibile al mantenimento per tre anni ad un programma distinto per Google News idoneo a consentire agli editori di escludere i propri contenuti da Google News senza che tale scelta determini alcun effetto sull'inclusione degli stessi contenuti nel motore generale di ricerca di Google. Un successo per gli editori che circa un anno fa avevano accusato Google di mancanza di trasparenza nell'applicazione degli algoritmi e di discriminazione verso chi non voleva comparire su Google News ma continuare a rimanere sulla search tradizionale. Eh si perchè in Italia Google controlla l'80% de mercato e rimanere esclusi dalle sue indicizzazioni significa sparire dal Web. Una prospettiva spaventosa per gli editori ai quali Google ha promesso anche la comunicazione, attraverso l'interfaccia di raccolta e intermediazione pubblicitaria AdSense, della percentuale di revenue sharing e delle sue eventuali modifiche, spettante agli editori affiliati al rogramma che fa capo a Google. Sempre un anno fa gli editori lamentavano il rifiuto di Google di rendere pubbliche le percentuali di ripartizione dei ricavi pubblicitari che la società ottiene attraverso il servizio AdSense.

Il procedimento si concluderà entro il 15 ottobre 2010.

GOOGLE: WHO? WHEN? WHERE? WHAT? WHY?


E se dicessi Google? Cosa risponderesti? Ebbene, non che voglia peccare di presunzione ma penso di saperlo: un motore di ricerca. Sbagliato! Ma non preoccuparti non sei l'unico a pensare questo! Anche noi, studenti di giornalismo, abbiamo risposto la medesima cosa e il prof. Alfonso, sempre lui, ha voluto punirci. Fate una ricerca dettagliata, ha detto. E così io, anche se un pò in ritardo, mi sono cimentata in questo arduo compito.
Cominciamo. Il sito http://www.google.com/, nella sezione Profilo aziendale riporta le seguente dicitura: la missione di Google è organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle universalmente accessibili e fruibili. I fondatori Larry Page e Sergey Brin, hano messo a punto un nuovo approccio alla ricerca online, che ha inizio in una camerata della Stanford University e si diffonde rapidamente in tutto il mondo tra chi esegue ricerche di informazioni. Google è riconosciuto come il maggiore motore di ricerca al mondo, un servizio gratuito di facile utilizzo che di norma restituisce risultati pertinenti in una frazione di secondo. Si ma chi ci crede! O meglio è tutto vero ma Google non è proprio questo: il motore di ricerca è solo uno dei tanti servizi che la multinazionale offre ai suoi utenti. Oops! Multinazionale! Volevo portarla un pò più per lunghe ma mi sono tradita troppo presto! Hai capito bene: Google fondata da blablablablabla è una "corporation", come la chiamano gli americani, che guadagna i suoi utili dalla pubblicità utilizzzando il proprio motore di ricerca Google, Gmail, GoogleMaps, Blogger, Youtube e molti altri servizi. Tutti offerti al pubblico gratutitamente. Ma come si dice l'apparenza inganna dato che Google fa pagare i suoi servizi e anche a caro prezzo. Mentre la parte visibile è assolutamente a costo zero quella dei servizi è spesso poco trasparente. Ma come può accadere tutto ciò? E' semplice. Inserendo una grande quantità di pubblicità spesso indesiderata e, il servizio di Google, AdWords, utilizzato da migliaia di inserzionisti, serve proprio a promuovere una grande quantita di servizi sul Web con annunci pubblicitari mirati. Inserito nella tabella collegamenti sponsorizzati, il servizio non è gratutito. Ogni click ha un costo che viene scalato dal budget dell'utente. Inoltre migliaia di gestori di siti Web utilizzano il servizio di Google chiamato Adsense. A chi non è mai capitato di aprire il proprio sito o blog, che dir si voglia, e vedere la scritta Vuoi guadagnare con AdSense? Ebbene AdSense consente agli affiliati di accumulare un bel gruzzoletto cedendo uno spazio nella proria homepage in cui Google procede ad inserire i propri inserti pubblicitari sempre in tema con la pagina Web. A rimetterci le penne è ovviamente l'utente cstretto a sborsare un pò di soldi ogni volta che clicca sull'annuncio. Un pò di soldi che si trasformano in qualche centesimo quando poi tocca a Google ripagare i propri affliati per lo spazio concesso.
Ma ora un pò di Google Story che non fa mai male.
Partorita il 4 settembre 1998 a Mountain View in California da due studenti, l'azienda viene battezzata col nome Googol. Ma l'appellativo a causa di continue ed errate digitazioni diventa ben presto Google. Intanto il neonato cresce e si fà sempre più "bello". E' l'ottobre del 2003 quando Google dà la prima soddisfazione ai suoi genitori: Microsoft contatta l'azienda per una possiblie fusione. Ma Google rifiuta per cedere nel gennaio dell'anno successivo all'accordo con Morgan Stanley e Goldman Sachs Group. La quotazione inizia con cifre da capogiro: 2 miliardi di dollari soltanto il primo giorno, una cifra destinata ad aumentare negli anni. Oggi quel bambino è un adulto costretto ad affrontare tanti grattacapi.

giovedì 20 maggio 2010

I SERVIZI DI GOOGLE


Riporto la descrizionedi due dei servizi offerti da Google: YouTube e Google Earth. La fonte è il MSSS (Manuale per studenti scritto da studenti), Mup Editore, Parma, 2009.
  • YouTube. Fondato nel febbraio 2005, YouTube è il sito web che presenta il maggior tasso di crescita. Considerato una communty di video online e consociato indipendente di Google dal 2006, il sito ha comunicato di avere circa 20 milioni di visitatori al mese. qualche anno fa l'azienda ha comunicato che quotidianamente vengono visualizzati cirac 100 milioni di video, con 65.000 milioni di fimati aggiunti ogni 24 ore. Lo scopo di YouTube è quello di ospitare solo video realizzati direttamente da chi li carica ma molto spesso contiene materiali di terze parti caricato senza autorizzazione, come spettacoli televisivi e video musicali. Per arginare il fenomeno di video illegali, la distibuzione dei video avviene tramite il formato di Adobe Flash. Questo dovrebbe prevenire che l'utente possa eseguire facilmente delle copie digitali del video.

  • Google Earth. E' un software che genera immagini virtuali della Terra utilizzando immagini satellitari, fotografie aeree e dati topografici memorizzati in una piattoaforma GIS. Nelle principali città del pianete il programma è in grado di mostrare immagini con una risoluzione inferiore al metro quadro. Il programma non consente solamente di visualizzare le informazioni, ma consente anche al singolo utente di immettere delle informazioni aggiuntive che vengono visualizzate dal programma e che possono essere condivise con gli altri utilizzatori del programma. Google Earth si appoggia ai dati forniti dalla NASA e rilasciati nel pubblico dominio. Inoltre dal maggio 2006, Google ha reso disponibili i dati dell'Italia.

MA QUANDO NASCE LA PRIVACY?


Il problema della privacy informatica nasce insieme ai primi calcolatori. Siamo in pieno anni '60. Le banche dati fanno la loro comparsa: raccogliere i dati degli utenti per fornire loro i servizi è indispensabile. Ma è subito polemica. Il cittadino si sente osservato, ricercato, controllato. Arriviamo così agli anni 70'. Alcuni paesi europei approvano delle leggi per regolamentare l'uso delle banche dati. Da qui alla nascita di un provvedimento comunitario il passo è breve. Il calendario segna la data 13 ottobre 1981 quando il Consiglio europeo con la Convenzione di Strasburgo invita i paesi membri a promuovere iniziative che tutelino la sfera privata degli utenti. L'Italia è uno di questi ma dobbiamo aspettare gli anni '90 perchè il nostro paese metta in campo una legge sulla privacy. Parliamo della L 675/1996 (http://www.parlamento.it/) e da allora, sulla base della costante evoluzione tecnologica, la legge italiana ha fatto passi in avanti. Durante i primi anni del nuovo millennio, infatti, è stato approvato il d.lgs. 30 giugno 2003 n.196 diventato legge il 1 gennaio 2004 unificando in un testo unico tutta la legisazione in materia.

mercoledì 19 maggio 2010

I MILLE VOLTI DELLA CENSURA

Tutto passa attraverso il Web. Pensieri intimi e frustrazioni spirituali ma anche semplici riflessioni, video, immagini e fotografie che ci immortalano a spasso con un'amica, per fare un esempio. Tutto alla portata di tutti. E così se la rete può diventare un comodo strumento di comunicazione è anche vero che la tutela della privacy è fortemente minacciata.
Proprio la privacy sul Web è il tema chiave della bozza definitiva Codice di autodisciplina per Internet che il governo ha presentato in questi giorni. A darne notizia il Ministro degli Interni Maroni e il sottosegretario Romani. Ma l'inizitiva affonda le sue radici nel dicembre 2009. Dopo il lancio della statuetta contro Silvio Berlusconi in Piazza Duomo a Milano, sul Web si diffusero voci che inneggiavano all'aggressore, Massimo Tartaglia. Proprio in quell'occasione da più parti si levarono opinioni contrarie ai social-network, più pericolosi degli anni Settanta, come tenne a precisare il Presidente del Senato, Schifani. Immediatamente fu partorita l'idea di una legge per oscurare i siti che favorivano la violenza. La legge fu subito bocciata. "Spetta infatti alla magistratura non al governo chiudere un sito", dicevano i principali oppositori. Ma il ministro non molla. Per contrastare la Rete che può costituire una piattaforma di divulgazione e propagazione di messaggi, informazioni e contenuti destinati ad uso malevolo, come si legge nella premessa al Codice, Maroni l'11 maggio ha incontrato i provider dei servizi web. Nello specifico il Codice prevede un bollino di qualità per i siti sicuri che i fornitori sotto tenuti ad inserire sotto ogni pagina per eventuali reclami. Ma niente di nuovo. Una legge che obbliga i provider a segnalare alla magistratura i reati, esiste già. Quindi? Trattasi di censura. E già! Perchè il codice non punisce i reati ma tutte quelle informazioni la cui liceità è discutibile. Opinioni, quindi. Opinioni "malevoli" che danno fastidio a qualcuno. Opinioni semplicemente in contrasto con il potere. Ma non è tutto. Il governo a quanto pare vorrebbe affidare ai provider stessi il ruolo di supervisori. Inaccettabile. Stando così le cose infatti ogni utente potrebbe un giorno aprire la propria casella di posta e trovare un messaggio da parte di uno dei tanti fornitori della rete, da Google a Facebook, da Fastweb a Tiscali, per citarne solo alcuni, affinchè venga rimosso un contenuto "scomodo", pena una segnalazione alle autorità. Inaccettabile. Per il momento il governo ha incassato il no dei provider: la procedura prevista dal codice comporterebbe non soltanto un incremento dei costi che poi peserebbero sulle tasche degli utenti ma rischia di scontrarsi con la direttiva sul commercio elettronico approvata dall'UE e che vieta ai fornitori di intervenire sui contenuti. Il loro dovere è fornire materiale informativo. Il dovere di rimuovere un contenuto spetta alla magistratura. A questo punto il futuro si può prevedere: i provider investiti del nuovo ruolo di supervisori saranno portati ad eliminare quei contenuti sgnalati dalle grandi aziende eludendo cosi un risarcimento economico ed ignorando le voci dei semplici cittadini che d'altro canto vedranno sottrarsi sempre più contentuti. Ingiustamente.

UN PEZZETTO DEL SALONE DI TORINO

INFORMATICA APPLICATA AL GIORNALISMO 14/05/2010

SOS EDITORIA LIBRARIA

Quest'anno sono stati più di 300mila i visitatori del Salone Internazionale del Libro di Torino. Una cifra da capogiro che ha collocato la fiera in vetta alla classifica. Amanti di libri, cultori di poesie, esperti di editoria, smaniosi di gadget digitali dell'ultima ora. C'erano tutti e ovviamente non poteva mancare il nostro prof. di Informatica applicata al giornalismo. Sostituito la settimana scorsa dal prof. Ferrandi (ricordi?), Alfonso è ritornato in quel di Parma la settimana scorsa e non ha perso l'occasione per dilettarci sulle ultime news. Aperto al pubblico il 13 maggio, il Salone ha chiuso i cancelli il giorno 17. Tante le sezioni e tante le tematiche. Ma il racconto del prof. ci ha catapultati senza pietà nello spazio che il Salone ha dedicato all'iniziativa Invasioni Mediatiche. Come si legge anche sul sito http://www.salonelibro.it/, Invasioni Mediatiche ha allestito nel Padiglione 2 un universo digitale in cui i visitatori hanno potuto assaporare le ultime "invenzioni" in materia di fumetti, graphic novels, videogiochi, e molto altro ancora. Ma niente di chè rispetto a lui. Il vero protagonista. I riflettori erano già stati posizionati. Tutti lo aspettavano con ansia. Quando, eccolo arrivare! Superbo, tronfio, vanesio. E' l' iPad, il nuovo tablet computer Apple, disponibile al pubblico insiema a tutti i modelli di e-book reader. Una vera delizia per gli esperti del settore che hanno potuto scoprire i tanti vantaggi della lettura digitale. Ma alle tasche degli editori nessuno ci pensa? In realtà sempre all'interno del Salone si è tenuto un dibattito. Ma la questione rimane aperta. Punto cruciale della discussione, a Torino come in ogni altro luogo deputato, è sempre lo stesso. I pagamenti. Nello specifico gli esperti si interrogano sulla possibilità o meno di far pagare i contenuti editoriali reperibile sul web. Oggi prevale lo mozione che sostiene la gratuità delle informazioni. La rete, ritengono i più, proprio perchè tale deve essere a disposizione di tutti: il tempo e lo spazio sono gratuiti così come dovrebbero essere le informazioni. Dal punto di vista editoriale tutto ciò è un suicidio. Sarebbe meglio dare la breaknews a costo zero e far pagare poi il resto del pezzo. Ma i primi a sbagliare sono stati proprio gli editori che all'inizio in preda ad un istinto di generosità hanno elargito grandi quantità di contenuti. Questa anche la posizione del prof. che ha tentato di avviare un dibattito in aula. Ma tutto taceva ad eccezione di qualcuno. I più coraggiosi infatti hanno detto la loro. Ma checchè se ne dica l'editoria mondiale è alla frutta! Da un lato la crisi economica dall'altro la digitalizzazione dei libri hanno aperto davanti agli occhi degli editori uno spettacolo sconfortante. I "venditori di libri" hanno maturato una consapevolezza: oggi ciò che conta è il supporto d fruizione culturale, la qualità della lettura invece è messa sotto i piedi. E allora? Come fare? Gli editori ritengono che la cultura abbia un prezzo e così hanno dato il via ai pagamenti. Ma come si dice tra il dire e il fare...
In realtà una parte dei contenuti digitali sono già a pagamento. Si tratta delle informazioni a cosidetto valore aggiunto indicate con la sigla VAS. C'è da precisare poi che il mercato lo fanno i produttori del mezzo digitale. Non sono gli artefici dei contenuti a stabilire i costi. Non è infatti una casualità che la Apple abbia imposto una quota di 0,79 centesimi per effettuare il downloading. A questo punto una seconda questione si impone alla nostra attenzione: la qualità della scrittura. Per quale motivo lo scrittore di professione dovrebbe spendere il suo tempo e le sue energie per mettere a disposizione di tutti una notizia per la quale non vedrà neppure un centesimo? Perchè fare approfondimenti, indagini, ricerche se non c'è un riscontro economico?
Tutto ciò ha reso inevitabile un riferimento al copyright. Il Web a questo proposito pone molto problemi. Da sempre si verificano casi di violazione della proprietà intellettuale e da sempre si risolvono in tribunale. Ma nel caso della rete è diverso. Questa non ha confini di spazio e di tempo e diventa davvero difficile individuare i plagi. Anche se il vero problema è l'assenza di una legge che punisca la violazione del diritto d'autore. La dimostrazione di quanto detto fino ad ora è la pagina Web http://www.rassegna.governo.it/. Il sito del Parlamento Italiano fa una cosa illecita. L'istituzione che dovrebbe essere da esempio a tutti ogni giorno riporta le notizie di tutte le testate del Paese. E allora perchè recarsi dall'edicolante sotto casa se le notizie sono alla portata di un clic?
Copyright e copyleft sono al centro della discussione istituzionale non solo in Italia. Numerosi tentativi di regolamentazione si sono verificati anche nel resto dell' UE. In Francia, il presidente Sarkozy, circa quattro mesi, ha ingaggiato un esperto affinchè proponesse un disegno di legge in grado di penalizzare la pirateria sul web. Il risultato? Un totale flop: la legge è stata dichiarata incostutuzionale. Prevedendo l'interruzione della connessione per l'utente indolente e incurate al terzo richiamo, la legge è stata giudicata lesiva della privacy.
Connesso al tema del copyright è quello relativo al diritto di privacy e anche qui la legge del web si mostra carente. Sebbene esista una legislazione europea in materia, la rete non riesce ancora a garantire la segretezza dell'individuo. I nostri dati sono alla mercè di tutti. Venduti, cancellati, recuperati. Tutto ciò pone un problema di tracciabilità. Individuare i responsabili della pubblicazione di un documento lesivo della privacy sul web diventa molto difficile e Google ha avuto per questo motivo non pochi problemi. La quinta lezione termina qui. Termina qui anche la discussione sul giornalismo online. Il prof. dalla prossima volta infatti affronterà nuovi argomenti: la comunicazione più in generale. Ah dimenticavo! Mancano tre lezioni alla fine.

martedì 18 maggio 2010

DONNE, RIBELLIAMOCI!



Questo spazio è dedicato alle donne. A tutte le donne. E' ovvio che anche i pareri maschili sono ben accetti ma capite che oggi è necessario che il pubblico femminile faccia sentire la propria voce. Lo spunto mi è stato dato da un documentario che vi ripropongo qui di seguito. Realizzato da Lorella Zanardi, consulente organizzativa, manager e docente, Il Corpo delle donne non è soltanto un filmato. Il Corpo delle donne è anche un libro e un blog (http://www.ilcorpodelledonne.net/). La constatazione che le donne, le donne vere, stiano scomparendo dalla tv e che siano state sostituite da una rappresentazione grottesa, volgare e umiliante. La cancellazione dell'identità delle donne sta avvenendo sotto lo sguardo di tutti ma senza che vi sia un'adeguata reazione, nemmeno da parte delle donne medesime. Sono queste le parole che la Zanardi ha scritto sul suo blog motivando l'idea di un documentario di denuncia.
A questo punto che ne dite di postare sul mio blog il nome di un personaggio femminile. Il nome di una donna, insomma, che abbia contribuito a fare la storia e che per questo merita di essere ricordata. Oggi come non mai!

ECCO COME CI RAPPRESENTANO...

IN GIRO PER I BLOG AMICI!

Davvero originale il questionario di Marcel Proust che Andrea Vighi (http://immagineallospecchio.blogspot.com) ha inserito nel suo blog. Ho riportato qui sotto le mie risposte perchè credo che sia un bel modo per conoscersi e farsi conoscere...
Il tratto principale del mio carattere
Curiosità
La qualità che preferisco in un uomo
L'amore verso il proprio figlio
La qualità che preferisco in una donna
La semplicità
Quel che apprezzo di più nei miei amici
Il modo di divertirsi insieme
Il mio principale difetto
La diffidenza
La mia occupazione preferita
Scrivere
Il mio sogno sogno di felicità
Vivere senza rimpianti
Quale sarebbe, per me, la più grande disgrazia
Non avere la famiglia che ho avuto
Quel che vorrei essere
Quello che sono...cambiando qualcosina
Il paese dove vorrei vivere
In un' Italia migliore
Il colore che preferisco
Viola
Il fiore che amo
Il girasole
L'uccello che preferisco
Il gabbiano
I miei autori preferiti in prosa
Pirandello, Allende, Cervantes
I miei poeti preferiti
Saffo, Leopardi, Keats
I miei compositori preferiti
Beethoven
I miei pittori preferiti
Michelangelo, Giorgione, Caravaggio
Le mie eroine nella storia
Eleonora Fonseca Pimentel
I miei nomi preferiti
Il mio gusto dipende dalla considerazione che ho della persona
Quel che detesto più di tutto
Il conformismo
I personaggi storici che detesto di più
Tutti quelli che non hanno fatto la storia
Il dono di natura che vorrei avere
Volare
Come vorrei morire
Circondato dall'amore
Stato attuale del mio animo
In pace con me stessa
Le colpe che mi ispirano maggiore indulgenza
Quando mi si chiede scusa non riesco a non perdonare

giovedì 13 maggio 2010

CRISI DELLA GRECIA O CRISI DELL'EUROPA?



Da alcuni giorni pensavo di dedicare un piccolo spazio alla grave crisi greca. Lo spunto mi è stato dato da uno studente della facoltà di Scienze Politiche. Iscritto al corso di laurea magistrale in Relazioni Internazionali ed Europee, Vincenzo Bruno è ora impegnato in una ricerca proprio sulla Grecia. Alla proposta di buttare giù due righe per il mio blog, ha subito dato la sua disponibilità. Riporto di seguito l'articolo scritto in collaborazione con lo studente.

Estensione fino al 2014 del blocco degli stipendi dei lavoratori pubblici, tagli alla spesa pubblica, aumento dell'Iva al 23% ed incremento al 10% su carburanti, alcolici e sigarette. Sono queste alcune delle drastiche misure del piano di austerità adottato dal governo greco, guidato dal socialista Papandreou, per far fronte alla terribile crisi economica-sociale che sta colpendo il paese. L'obbiettivo è quello di riportare entro il 2014 l'attuale rapporto deficit-Pil (la differenza tra i costi dell'aministrazione statale e le entrate derivanti dalle imposte dirette e indirette versate da imprese e singoli cittadini), pari al 13,6%, nei limiti del 3% imposti dal trattato di Maastricht. Nello stesso periodo il governo intende risanare il debito pubblico del Paese che oggi equivale al 115% del Pil. Ma come è possibile che un Paese dell' Unione europea monetaria vada in default? E soprattutto quali saranno le conseguenze per gli Stati membri che si trovano in condizioni simili? Le ragioni della crisi greca sono riconducibili ad un decennale malgoverno strutturato che, attraverso la continua richiesta di continui prestiti a tassi esageratamente alti, ha aumentato il debito pubblico. La politica economica condotta dai governi ellenici è stata incapace di rilanciare i processi produttivi tanto da falsificare i bilanci dello Stato. Pratiche di "finanza allegra", aumento del livello di disoccupazione e corruzione negli apparati politico-amministrativi hanno contribuito ad appesantire un sistema già poco autosufficiente, generando la diffidenza dei mercati internazionali.
Questa situazione è stata amplificata dalla crisi economico-finanziaria globale. Tuttavia la situazione greca non può essere osservata analizzando solo i conti pubblici ma necessita di essere contestualizzata nell'intera struttura della Comunità europea monetaria. Come sostenuto da alcuni economisti italiani, il primo dato che emerge dal confronto dei paesi dell'area euro è un importante squlibro commerciale che genera per alcuni Stati membri rilevanti avanzi commerciali (vedi Germania) e per altri consistenti disavanzi esteri (vedi Grecia). Tra questi ultimi troviamo il Portogallo, l'Italia, l'Irlanda, la Grecia, la Spagna che spesso vengono etichettati con l'acronimo PIGS per via della loro non brillante codizione economica. Il motivo cruciale di questi squilibri commerciali è proprio la capacità di alcuni paesi come la Germania di invadere i mercati esteri e l'imposbilità degli altri di competere. I Paesi con elevato debito estero, per rendersi più competitivi e per compensare gli aiuti ricevuti, sono costretti a diminuire i salari e a ridurre la spesa pubblica. Condizioni che alimentano tensioni sociali e di sicuro non risolvono il problema degli squilibri. Per questo motivo la crisi della Grecia non può essere considerata il fallimento di uno stato membro dell'Unione monetaria, ma rappresenta il fallimento dell'intero assetto eurpoeo. Un sistema istituzionale che non riesce a definire politiche compensative di tali squlibri e nel quale i costi del riequilibrio sono scaricati solo sui paesi in disavanzo.

mercoledì 12 maggio 2010

LA COSTITUZIONE SVUOTATA




La Costituzione dovete farvela amica diceva Giuseppe Dossetti. Con queste parole Antonio D'Aloia, professore Ordinario di Diritto Costituzionale all'Università di Parma, ha iniziato il suo discorso tenutosi lunedì 10 maggio presso l'Aula Ferrari della facoltà di Lettere e Filosofia. D'Aloia ha parlato questa volta ad un auditorium diverso. Intitolato 7 Domande sulla Costituzione e dintorni, l'evento ha visto, infatti, la partecipazione dei professori e degli studenti di via D'Azeglio 85. Oggetto di discussione: la Costituzione italiana, un argomento di cui il prof. ha parlato rispondendo a 7 domande. Una breve introduzione ha chiarito il nocciolo della questione: la Costituzione italiana è stata un punto di riferimento per tutti, ha detto D'Aloia, di equilibrio e di spinta vitale per l'individuo e la società. Subito dopo la risposta al primo quesito.
In che termini e secondo quale efficacia il rispetto delle regole è sancito dalla Costituzione?
La risposta del prof. ha chiarito innanzitutto che la Costituzione è una norma giuridica superiore a tutte le altre. Approvata dall'Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947, la Costituzione italiana si fonda su principi che valgono al di sopra del potere politico. Per comprendere questa affermazione il lodo Alfano cade a pennello. Partorito per garantire l'immunità alle quattro alte cariche dello Stato, il lodo stabilisce che qualsiasi delitto i nostri politici dovessero compiere non sono perseguibili dalla legge almeno finchè rimangono in carica. Approvato nel luglio 2008 dal consiglio dei ministri del Governo Berlusconi prima e dalle Camere dopo, il lodo è stato dichiarato incostituzionale dalla Corte Costituzionale. In tv e sui giornali ne sono state dette di tutti i colori. Nell'occhio del ciclone soprattutto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, firmatario del lodo che trascorsi 15 giorni è stato dichiarato immediatamente legge. La dichirazione di incostituzionalità arriva un anno dopo. Ma è subito polemica. Come può la Corte bocciare una legge che ha ottenuto il consenso del Presidente della Repubblica? Si chiedevano gli uomini più vicini al governo di centro-destra. A questo punto una domanda sorge spontanea. Non è forse questo l'iter di una legge che per diventare tale deve passare sotto la penna del presidente della Repubblica? Il compito della Corte è semplicemente successivo all'approvazione della legge. Ma D'Aloia è stato critico anche nei confronti di moltissime testate nazionali che subito dopo la bocciatura del lodo hanno descritto i componenti della Corte Costituzionale mettendone in evidenza l'orientamento politico o meglio la natura dei governi sotto cui essi sono stati eletti. La Corte, si sa, è composta da giudici nominati per un terzo dal Presidente della Repubblica, per un terzo dal Paralmento in seduta comune e per un terzo dalla magistratura. Questo non scalfisce la prerogativa della Corte, un organo super-partes chiamato a giudicare in caso di attentato alla Costituzione. Ma la legge che prende il nome dal ministro della giustizia, Angelino Alfano, non è un' idea nuova. Qualcosa di simile era già accaduto nel 2004 con il lodo Schifani bocciato poi dalla Consulta. Ora come allora è risultato evidente come la Corte non faccia politica. Sono semplicemente le sue decisioni ad avere un impatto politico.
Le componenti del mondo giovanile, del lavoro, della formazione e della ricerca possono trovare all'interno della Costituzione un'ulteriore spinta nel porsi quali fattori prioritari per lo sviluppo e l'evoluzione civile del paese?
L'Italia è una Repubblicademocratica, fondata sul lavoro si legge nel primo articolo della nostra Costituzione. Ma il lavoro è contemplato in molti altri punti e sebbene molte intuizioni costituzionali si sono realizzate, oggi la domanda dell'uguaglianza attraverso il lavoro è ancora irrisolta. Il precariato, il cosidetto lavoro flessibile è una delle piaghe della nostra società. La costituzione diviene. Ed è giusto che sia così sostengono gli esperti. La Legge fondamentale si evolve a seconda della capacità di adattarsi alle nuove domande che vengono dal basso. Ha saputo offrirsi per numerose elaborazioni e trasformare i bisogni in diritti. Ma lo stravolgimento è altra cosa. E' assolutamente altra cosa il tentativo di subordinare la legge agli interessi.
Si parla spesso di conflitto di interesse, in particolare in relazione agli strumenti di comunicazione, ma non solo. La Costituzione riesce a stabilire dei criteri che evitino il prodursi di situazioni in tal senso?
Uno svuotamento del principio di divisione dei poteri. Così il professore ha subito definito il conflitto di interesse. E in Italia la situazione è sempre più drammatica. Numerosi i tentativi di sovvertire il potere costituzionale da parte di quei politici che stanno contribuendo alla realizzazione di una Repubblica presidenziale in cui il potere politico, pubblicitario e dei mezzi di comunicazione sia nelle mani di un solo uomo, il Primo Ministro Silvio Berlusconi. In realtà una serie di governi consecutivi sin dal 1994 non sono stati in grado di rislovere il problema del conflitto di interesse e sono molti i cittadini di centrosinistra che non hanno più fiducia nella rappresentanza politica. Il sig. B. proprietario di Mediaset,il principale gruppo commerciale, di comunicazione e di radiodiffusione d'Italia, detiene circa la metà del brodcasting italiano. Ma non finisce qui. Il suo ruolo di capo del governo lo porta ad influenzare anche il sistema di radiodiffusione Rai che insieme alla Mediaset ha in Italia il contollo del 90% dell'informazione. Non è poi così difficile fare due più due. Le ultime disposizioni che hanno interessato il mondo delle telecominicazioni sono state dichiarate due volte incostituzionali ma tutto tace. Lo status quo non cambia. La concorrenza non esiste neppure sul piano pubblicitario dove il monopolio è detenut da Publitalia '80 sempre di proprietà della famiglia Berlusconi. Riaffermare il primato dell'interesse pubblico sul privato è quindi una priorità per questo Paese. Assicurare la salvaguardia dei beni comuni e garantire a tutti l'accesso ai pubblici uffici è la prerogativa di una democrazia.
Nella Costutuzione cosa possiamo giudicare di piena attualità e cosa invece appare collegato a condizioni ormai non più in essere? Un processo di revisione della Costutuzione quali nuove tematiche dovrebbe affrontare?
Un processo di revisione è sempre necessario. Ma la politica italiana è danneggiata in profondità. Una modifica della Costituzione presuppone un coinvolgimento di tutti gli schieramenti politici mentre la classe dirigente oggi detiene un potere decisionale quasi assoluto. E la legge elettorale del 2006 ha fortemente rafforzato la convinzione che chi vince piglia tutto. La legge elettorale così com'è va cambiata: i cittadini devono avere la possibilità di scegliere la propria rappresentanza.
Gli strumenti costituzionali possono trovare una specifica funzionalità anche riguardo alle tematiche di itegrazione e nuova cittadinanza?
Quando i Padri Costituenti vararono la Legge Fondamentale l'Italia era un paese di emigranti. Il diritto ad emigrare è infatti contemplato dalla Costituzione. Ma oggi la situazione è capovolta: la penisola è diventata la meta di quanti fuggono dal loro paese d'origine. Un fenomeno sempre più vasto quello dell'immigrazione che l'attuale legge non riesce a regolare. Una legge, la Bossi-Fini, lesiva dei diritti fondamentali dell'uomo che la nostra Costituzione in più punti si propone di difendere. L'Italia consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustuzia fra le Nazioni, recita l'art.11 che oltre a regolare il rapporto tra gli Stai vuole garantire condizioni di benessere diffuso e, il diritto di cittadinanza deve essere garantito a chi contribuisce alla sviluppo del nostro Paese. Cittadinanza non può significare appartenenza etnica. Cittadinanza è sinonimo di comunità di diritti e di doveri.
Qual è il processo partecipativo e culturale, ancor prima che politico e giuridico, nel riformare il quadro delle leggi costituzionali?
Una riforma della Costituzione non deve porsi al servizio del potere politico e allo stesso tempo non può avere bisogno del consenso. Il costituzionalismo è il binomio perfetto di democrazia e di regole mentre il consenso può essere pericoloso. Sulla base del consenso possiamo fare tutto mentre la Costitzione ha bisogno di garazie. E' neceesario che ci siano delle regole.


martedì 11 maggio 2010

A LEZIONE DI GIORNALISMO INTERNAZIONALE: PARLA IL PROF. FERRANDI


Quarta lezione di Informatica applicata al giornalismo. Un appuntamento sui generis quello che ci ha visto protagonisti venerdì 7 maggio. Questa volta a tenere il microfono non è il prof. Alfonso. Impegnato all'estero il nostro professore ha ceduto la parola al suo collega Paolo Ferrandi. Dotato di un curriculum degno di rispetto, Ferrandi ha trattato il giornalismo online internazionale. Ancora una volta qualche riferimento alla differenza tra il giornalismo tradizionale ed il giornalismo digitale. Quale modo migliore per parlare di due mondi che sembrano sempre più lontani se non attraverso le elezioni in Gran Bretagna? Grazie ai supporti informatici abbiamo,infatti, assistito in diretta ai risultati elettorali. Tutto è inziato col collegamento alla pagina della BBC. Il vantaggio della rete si è manifestato immediatamente: aggiornamento continuo delle percentuali man mano che le schede elettorali venivano sottoposte allo spoglio. Una situazione anomala quella che si prospettava alle ore 16.00. Alla luce delle prime stime risultava evidente come nessuno dei tre candidati avesse la maggioranza assoluta. A questo punto la possibilità di una coalizione bolliva in pentola. I due partiti in testa, i Tories di David Cameron e il Labur Party di Gordon Brown penalizzati da una legge elettorale basata sul sistema maggioritario assoluto potrebbero tendere la mano ai Liberal Democratic di Nick Clegg. Sembrava dunque andare in pezzi il tradizionale bipolarismo inglese, almeno durante la lunga giornata elettorale. Oggi, invece, i possibili scenari sono tanti. Ma questa è un'altra storia.

La nostra è inziata con il collegamento alla pagina della BBC ed è proseguita. In giro per il mondo. Ma una sosta in Italia non poteva mancare. Vi siete mai chiesti quale quotidiano abbia pensato per primo di sbarcare sul Web? Ebbene la risposta è l'Unione Sarda. Fondato nel 1889, il giornale è stato il primo anche in Europa ed esiste sulla rete dal 1994.

Riferimenti anche alla città di Parma. http://parma.repubblica.it/ è uno degli esempi di giornalismo esclusivamente online. Non esiste infatti una versione cartacea dell'edizione locale di la Repubblica. Quando il giornale di Ezio Mauro decise di fondare un edizione locale nelle province dove il gruppo editoriale l'Espresso era assente, Parma fu una delle prescelte. Ma aprire una vera e propria redazione avrebbe comportato un dispendio di soldi troppo alto. Si optò per il digitale. Ma la ristrettezza economica non è una problematica solo italiana. Anche negli Stati Uniti d'America le redazioni dei giornali online vivono momenti di magra. Il primo quotidiano americano a fare il suo ingresso in Internet èè stato il News Observer che durante i suoi primi anni di vita riportava le notizie della carta stampata. Senza aggiormamenti. Ma così facevan tutti. Un riferimento anche al Global Edition la versione tutta europea di The New York Times.
Ma cosa accade nelle redazioni di tutti i quotidiani? In realtà il dietro le quinte è un ulteriore elemento discriminante tra i due tipidi giornalismo. Si parla soprattutto di tempi di lavoro diversi. I picchi del lavoro redazionale online sono tre: in prima mattina, in pausa pranzo, alla sera prima di finire. I giornalisti del cartaceo devono invece stare svegli tutta la notte.
E i blog? Ne abbiamo visti tanti. I più belli. I più interessanti. I più cliccati. Boston.com è stato il primo ad essere menzionato. Proprietà del quotidiano The Boston Globe, il blog ha un obbiettivo: mettere a disposizone dell'utente delle immagini. Reperite dalle principali agenzie di stampa, le immagini sono staordinarie in quanto riportate con una risoluzione più alta. Per rimanere sempre negli Stati Uniti, un riferimento è stato fatto anche al The Huffington Post che ha un' impostazione molto etrogenea, al New Aggregator realizzato da freelance e, ancora, al Daily Beast e al Real Clear Politics. Quest'ultimo ha una versione americana molto simile. Intitolato non a caso Politico, il blog si occupa di politica statunitense. Il Post, invece, tutto italiano, è molto simile ai blog d'oltroceano. Ma il giornalismo internazionale è questo e molto altro.
A questo punto una domanda potrebbe sorgere spontanea. Quali sono le principali testate dei paesi di tutto il mondo? Ebbene il prof. Ferrandi ha saputo rispondere ancor prima che la domanda venisse posta da qualcuno. Un viaggio per il mondo davvero entusiasmante quello che noi studenti di giornalismo abbiamo fatto. Dalla Francia alla Spagna, da Le Monde e Liberation a El Mundo, fino alla Germania con Sueddeutsche zeitung alla ricerca di analogie e differenze. Si è trattato ovviamente di un viaggio virtuale!