domenica 31 ottobre 2010

VOCAZIONE "MONNEZZA"

Mi accingo a scrivere. Ho in testa una cosa sola. Devo fare in modo che tu, lettore, compia un viaggio. Devo afferrarti per la mano e guidarti. Tra i volti rabbiosi e gli occhi gonfi. Questo è il mio compito. Questa è la mia vocazione.
I due lunghi giorni di resistenza trascorsi tra lotte e scontri non possono perire così. Sotto i cumuli di “monnezza”. Io a quella gente voglio dare una voce. Per fare questo ho bisogno di portarti con me, caro lettore, tra le colline verdi del Sannio. Tranquillo sei in buone mani. Ti sei affidato a chi quei giorni li ha vissuti. In prima persona. E lo ha fatto per assolvere a due compiti: quello di cittadina che vuole difendere la propria terra (casa mia dista solo 2 Km dalla mega discarica di Sant’Arcangelo Trimonte) e quella di aspirante giornalista.
Filmare, fotografare ma soprattutto osservare. Mi proponevo di fare questo quando mi trovavo lassù, dove ora voglio condurti. Volevo riuscire a cogliere quel qualcosa in più che mi avrebbe permesso di raggiungere te.
Spero che la scrittura riesca e rendere la drammaticità di quei giorni vissuti insieme a poco più di un centinaio di persone
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SANT'ARCANGELO TRIMONTE. STORIA DI UNA DISCARICA


Quella che sto per raccontarvi è la storia di un comune della provincia di Benevento che da giorni fa versare fiumi di inchiostro alla cronaca locale. Il suo nome è Sant’Arcangelo Trimonte. Si tratta di un piccolo paese di 9,8 Km quadrati, situato a 363 metri sul livello del mare e scarsamente popolato (691 anime di cui l’80% ultrasessantenni). E allora se i numeri sono questi che cosa ha attirato l’attenzione di giornalisti e fotografi che dal 20 a 22 ottobre si sono riversati tra le colline più verdi del Sannio? In realtà di dare i numeri non abbiamo ancora finito. Manca il tre. Tre quante sono le discariche che da circa dieci anni impegnano la popolazione locale, situata a 500 metri dai siti di stoccaggio, in lotte permanenti.

È il maggio 2002 quando a Napoli esplode l’emergenza rifiuti. L’allora commissario straordinario, il Presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, in accordo con il Presidente della provincia di Benevento e i rappresentanti del Comune di Sant’Arcangelo, realizza per conto del consorzio Napoli, 3 una discarica di 700.000 metri cubi di rifiuti. La gestione della discarica di contrada Nocecchia viene affidata alla FIBE. Il sito di stoccaggio però versa in uno stato di totale degrado: “i muri che circondano la discarica presentano numerose crepe da cui fuoriesce il percolato che ha ormai inquinato il territorio circostante”, afferma il geologo Vincenzo Briuolo. Inoltre la forte pendenza su cui poggia la discarica favorisce la discesa a valle di tale sostanza.
Urge una bonifica che però non arriva. Arrivano invece altre due discariche.

Nel 2008 lo smaltimento dei rifiuti in Campania desta di nuovo serie preoccupazioni. È di nuovo emergenza e la discarica di Sant’Arcangelo Trimonte è già satura. Che fare? La soluzione viene presa il 21 maggio: il nuovo governo Berlusconi approva il Dl 90/08 (convertito in legge n.123 il 14 luglio 2008) con cui si individuano dieci nuovi “siti da destinare a discarica”. Sant’Arcangelo Trimonte figura nella lista.
“Le discariche devono essere interventi altamente industriali, devono essere cioè realizzate nel migliore dei modi dal momento che esse possono dar luogo a inquinamento e a percolamenti”, spiegava il geologo Giovanbattista De Medici, intervenuto il 5 aprile 2008, nell’incontro organizzato a Sant’Arcangelo con l’Assise di Palazzo Marigliano di Napoli, su proposta del Codisam, il Comitato di Salute e Ambiente nato otto mesi dopo l’emanazione del decreto legge.
A scanso di equivoci la stessa legge n. 123, all’articolo 2, prevede la realizzazione di siti da destinare a discarica nel rispetto delle misure indispensabili alla tutela della salute e dell'ambiente. A quanto pare la discarica di Sant’Arcangelo Trimonte fa eccezione.
Gli esperti hanno infatti evidenziato il grave dissesto idrogeologico del territorio che rientra nella cosiddetta "Zona assiale della catena", l'area sismicamente attiva dell'Italia Meridionale dove si generano i terremoti di maggiore intensità. Ma non è tutto. Il progetto della nuova discarica di contrada Nocecchia viola ogni normativa europea in materia ambientale: la zona è infatti sovrastata da un elettrodotto di 150 KV. Non si è trovata neppure l'argilla, la cui presenza è un elemento fondamentale per la scelta dei siti da destinare a discarica, in quanto isolante naturale che mette al riparo da ogni possibile infiltrazione di percolato nel terreno circostante. Un ultimo elemento registrato dai geologi è la presenza quotidiana di forti venti considerati una sorta di fissante della puzza. Un disagio sociale e ambientale, la cui causa non è imputabile solo al vento ma soprattutto alla cattiva gestione della discarica.
Incurante, sprezzante il Supercommissario Gianni De Gennaro va avanti e autorizza sul territorio di Sant’Arcangelo Trimonte, geologicamente malmesso, la costruzione di una mega discarica di due vasche di 450.000 m3cadauna.

Devastanti gli effetti socio-economici: sono in aumento tumori maligni al polmone, vescica e fegato, e di leucemie. Per non parlare del danno economico subito dagli abitanti del posto. Caratterizzata da una forte vocazione agricola la popolazione ha visto il valore delle attività industriale, delle case e del terreno inquinato dalle infiltrazioni di percolato, calare nel giro di pochi mesi.

Ormai sono trascorsi due anni dalla realizzazione dei sito di contrada Nocecchia. Ma il 2010 promette male: le nuove che giungono dai palazzi della Regione Campania non sono confortanti. A Sant'Arcangelo Trimonte è in arrivo un bastimento carico carico di "monnezza".

MONNEZZA E SCONTRI. LA RESISTENZA A SANT'ARCANGELO DURA DUE GIORNI




Ebbene in questi giorni, così come dieci anni fa, in Campania si parla ancora di emergenza rifiuti. A Sant’Arcangelo Trimonte si parla ancora di emergenza rifiuti. Senza entrare nel merito di quella che di emergenza non ha proprio nulla, occorre partire da un fatto di cronaca.
Il 19 ottobre 2010 il presidente della Regione, Stefano Caldoro, emana un’ordinanza “per arginare e superare l’attuale stato di crisi per quanto attiene il ciclo di raccolta dei rifiuti a Napoli ed in provincia”. Ma come fare? La soluzione è la seguente: “i Comuni e i gestori degli impianti STIR che attualmente conferiscono i propri rifiuti alla discarica di Terzigno conferiranno gli stessi presso le discariche di Savignano Irpino (AV), San Tammaro (CE) e Sant’Arcangelo Trimonte (BN)”.
L’Irpinia e il Sannio irsongono. Sant’Arcangelo insorge. La parola più ricorrente è sopruso. E sì perché il provvedimento Caldoro cancella di fatto la vertenza regionale emanata in agosto “per il ritorno alla gestione ordinaria e provincializzata dei rifiuti”. In altre parole il documento obbligava “le Province della Campania a dotarsi di una proprio sistema di gestione del ciclo dei rifiuti che superi il Consorzio Unico e riconduca la materia alla responsabilità diretta delle singole Amministrazioni Provinciali”. Furioso Fausto Pepe, sindaco di Benevento, che dichiara: «La gravità di questa scelta, oltre a portare alla luce l’incapacità del centrodestra e del presidente Caldoro, sfiducia di fatto i cantori del berlusconismo sparsi in giro per la Campania». La tensione a Sant’Arcangelo sale.

Il giorno 21 ha inizio il presidio. Il sito di contrada Nocecchia pullula di manifestanti. Il Sindaco del paese, Romeo Pisani, e i rappresentanti del Codisam chiedono l’immediata convocazione del Consiglio Provinciale. La proposta viene accettata: il consiglio si terrà nel pomeriggio davanti alla discarica. Alle 18.00.
Il tiepido sole d’autunno colora i volti dei manifestanti e rischiara le fasce tricolori. Quelle dei sindaci che giungono in rappresentanza dei paesi limitrofi. Accompagnati da consiglieri e assessori provinciali, i sindaci sfilano tra la rabbia e la diffidenza dei cittadini per ciò che in passato si poteva fare e non si è fatto. Uno dopo all’altro, gli uomini della politica, si sistemano al di là del lungo tavolo rettangolare. Come figurine di una stampa in bianco e nero. Al di qua del tavolo ci sono i cittadini. I primi hanno il microfono. I secondi solo la forza della voce. Il consiglio è ufficialmente aperto. Gli interventi si susseguono, interrotti dalla voce di qualche coraggioso che, uscendo dalla folla, decide di urlare la propria rabbia. Una rabbia che fa eco tra le colline verdi del Sannio. Si ragiona. Si discute. Si litiga. Ma presto cala la notte. Il buio è implacabile. È tardi. Gli uomini della politica si congedano. Ma prima di allontanarsi fanno una promessa. “Domani saremo di nuovo qui. Accanto a voi”. I santarcangiolesi sono titubanti. Ma non mollano. Sanno che quello che sta per arrivare sarà un giorno di lotta e di scontri. Sono pronti. Difenderanno la loro terra con le unghie e con i denti. Con o senza gli uomini della politica.

Il nuovo giorno è arrivato. Il sole , nascosto tra le colline sannite, illumina il cielo. Timidamente. Sono le 7. La discarica è già presidiata. Le ore scorrono lentamente. L’ansia sale. Si sa, stanno per arrivare. Eccoli. Minuscoli in lontananza, diventano sempre più grandi man mano che si avvicinano. Ma quanti sono? Uno, due, tre, sette. Sette tir. Tutti carichi di “monnezza”. Tutti provenienti dal napoletano. La gente accorre. I manifestanti sono un centinaio. Tra di essi riconosciamo alcuni sindaci, consiglieri, assessori, fedeli alla promessa della sera prima. Dimostranti e politici si sistemano. Uno accanto all’altro. Dinanzi al cancello verde. Attendono l’arrivo delle Forze dell’ordine che devono garantire lo sversamento dei rifiuti.
“Serrate, serrate” urla qualcuno dei dimostranti, “non vi faremo passare” grida un altro. Tra i politici, i più attivi sono il consigliere provinciale Claudio Ricci e il capogruppo dell’opposizione Massimo del Viscovo. Anche i primi cittadini di Molinara, Maria Cirocco, di Apice, Ida Albanese, danno man forte ai manifestanti. Ma a lasciare il segno è il coraggio delle donne del posto. Figlie, mamme, nonne tutte pronte a lottare. E lo fanno col sostegno dei loro uomini e dei ragazzi del Centro Sociale Depistaggio. Poliziotti e carabinieri sono implacabili. Avanzano. Ligi al dovere. Impettiti nelle loro divise blu. Quella gente va sgomberata. I camion devono entrare. Pochi metri dividono i manifestanti dalle forze dell’ordine. Ora solo pochi centimetri. I corpi finiscono per toccarsi. Per scontarsi. Sono momenti di forte concitazione. Tra la folla c’è un ferito. Si chiama Bruno Ranaldo. Ha 63 anni. Bisogna chiamare i soccorsi. Gli scontri non si placano. La polizia allontana i manifestanti. Usa la forza. Quanto basta per aprire un varco. Ora dinanzi al cancello ci sono loro. Poliziotti e carabinieri. I camion si riaccendono. I motori ruggiscono. I grossi tir si avvicinano alla discarica. Stanno per entrare. Ma ecco uno dei manifestanti collocarsi supino davanti al primo dei sette tir. E’ un assessore, Paolo Visconti. I camion devono fermarsi. Le ore successive sono le più cruciali. Un vertice in Prefettura, alla presenza del prefetto Mazza, del presidente della Provincia Cimitile, dei sindaci del comprensorio di Sant’Arcangelo Trimonte e dei responsabili delle Forze dell’Ordine discuterà su quanto accaduto davanti alla discarica. Il tempo passa. I manifestanti non abbandonano il presidio. La risposta arriva in serata. Dopo una lunga discussione, il prefetto si è impegnato a scongiurare lo sversamento di rifiuti in futuro. Ma i 7 tir che sono stati bloccati tutta la giornata dinanzi ai cancelli dovranno sversare. «È stata una difficile trattativa», dice il sindaco Pisani, «Ma la soluzione adottata era il male minore. Abbiamo evitato la militarizzazione della zona con l’arrivo di altri rifiuti da fuori provincia». La terra inghiotte. È la mattina del giorno 23. Da quanto si apprende nel Sannio non dovrebbe più giungere immondizia dal Napoletano. C’è da fidarsi? Intanto la situazione a Sant’Arcangelo rimane tranquilla.



Fatto sta che la protesta in Campania continua nonstante i contentini promessi dal governo per mettere a tacere gli abitanti delle zone interessate. Una protesta motivata. Lontano dalle telecamere nazionali. Ad insaputa degli italiani che giudicano, ora come allora, quello del governo Berlusconi un lavoro fatto bene.
Oggi l'emergenza rifiuti è di nuovo in agguato. Perchè i napoletani producono troppa immondizia o perchè il problema dei rifuiti in realtà non è mai stato debellato?



mercoledì 20 ottobre 2010

LA SENTENZA DI CALDORO



Vi propongo di seguito il comunicato Caldoro:

Il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, vista la legislazione vigente e sentite le amministrazioni provinciali della Regione, è intervenuto con una ordinanza d'urgenza al fine di creare le condizioni necessarie per arginare e superare l'attuale stato di crisi del ciclo di raccolta dei rifiuti a Napoli ed in provincia.

Vista anche la richiesta del Prefetto di Napoli di consentire ai comuni della Provincia di Napoli, che utilizzano la discarica di Terzigno, di conferire i rifiuti in discariche site in altre province, il presidente ha disposto con proprio atto che i Comuni ed i gestori degli impianti STIR della provincia di Napoli, che attualmente conferiscono i propri rifiuti alla discarica di Terzigno, conferiranno gli stessi presso le discariche di Savignano Irpino (AV), San Tammaro (CE) e Sant’Arcangelo Trimonte (BN).

I conferimenti si intendono per quantità ben precisate e fino al ripristino delle condizioni di regolare funzionamento degli impianti siti nella provincia di Napoli, previsto per il giorno 26 ottobre.

Si è preso atto, in questo momento, che a causa delle manifestazioni attuate dai cittadini nelle aree contigue alla discarica di Terzigno, nonostante i servizi di accompagnamento degli autocompattatori da parte delle forze dell’ordine, non è possibile assicurare il conferimento di gran parte dei rifiuti nella predetta discarica. Tale situazione, come comunicato da numerosi comuni, comporta l’impossibilità di garantire il regolare servizio di raccolta dei rifiuti urbani, che, in conseguenza, si stanno accumulando nei centri abitati, ivi compreso il capoluogo.

La scelta di intervenire si è resa necessaria per la situazione eccezionale determinatasi e per scongiurare, a causa del protrarsi e l’ulteriore accumularsi dei rifiuti medesimi nei centri urbani, pericoli gravi per l’igiene e la salute dei cittadini.

venerdì 8 ottobre 2010