domenica 5 settembre 2010

JOVANOTTI. UNA LETTERA PER SAKINEH.

"QUESTO NON E' IL VERO IRAN..."




L'anno scorso ho attraversato l'Iran con la biciletta, un viaggio attraverso i grandi spazi deserti e le città. L'Iran è un Paese bellissimo e complesso abitato da gente di una gentilezza ospitale e riservata.

Le strade di Teheran sono piene di giovani che amano profondamente il loro paese e la propria cultura tanto quanto amano e sognano più libertà, più modernità, più apertura verso il mondo senza rinunciare al loro spirito.

L'Iran è uno dei luoghi chiave del pianeta e la nostra battaglia per liberare
Sakineh, anche se condotta a distanza, è giusta e non rivolta contro il popolo iraniano ma contro quei pochi che con una barbarie del genere raccontano al mondo un'immagine del proprio Paese che non corrisponde affatto alla realtà
.

MANCANO POCHE ORE ALLA LAPIDAZIONE



"La situazione è critica, Sakineh rischia di essere lapidata in ogni momento e senza preavviso. Il mio ricorso non è stato ancora formalmente accolto e per questo l'autorità giudiziaria ha il potere di rendere esecutiva in ogni istante la condanna". A lanciare l'allarme è l'avvocato di Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna iraniana accusata di adulterio e per questo condannata alla lapidazione. L'unico mezzo per salvare la donna rimane la mobilitazione internazionale. Roma, Parigi, Londra, una dopo l'altra le capitali europee sono scese in piazza per fermare l'esecuzione che dovrebbe avvenire nelle prossime ore.

Ma intanto rimane incerta la notizia delle 99 frustate che Sakineh avrebbe ricevuto dalle autorità iraniane. Per la seconda volta. La notizia è stata diffusa da «Liberation». Il quotidiano francese ha pubblicato infatti una lettera di Sajjad Ghaderzadeh, il figlio di Sakineh. Il giovane, 22 anni, parla di un articolo pubblicato dal London Times il 20 agosto scorso in cui appare un foto di donna senza velo, in cui sarebbe stata riconsciuta la madre. Secondo Sajjad è questo il motivo della punizione. A sostenere la tesi del ragazzo c'è anche uno degli avvocati della donna, Javid Houtan Kian. Mentre un ex legale di Sakineh, Mohammad Mostafaei, afferma che la punizione "non è stata eseguita". La causa di pareri cintrastanti è imputabile ad un solo motivo: il regime di censura esercitato dal governo iraniano abituato a mettere in atto intimidazioni sugli avvocati impegnati in cause di questo tipo.

"AFFAMATI DI CULTURA E DI DIGNITA'"


Manca poco. La scuola italiana riapre i battenti. Peccato però che le procedure di assegnazione delle cattedre sono in ritardo, e 35 mila persone quest'anno non avranno un incarico, tra docenti e prsonale tecnico-amministrativo. Sono i precari della scuola. Quelli che i tagli fatti dal Ministro dell'Istruzione Gelmini e dal Ministro dell' Economia Giulio Tremonti con la legge 133 hanno lasciato in mezzo alla strada. La disperazione è tanta. E la forza pure. I precari della scuola non mollano. Da Pordenone a Benevento. Da Roma a Palermo. Sono centinaia i lavoratori che reclamano il diritto al lavoro. E lo fanno rinunciando al cibo e alla salute.