sabato 7 agosto 2010

LA MISSION MEDIATICA DI "SUA EMITTENZA". MA COSA BOLLE IN PENTOLA?



"Il vero potere risiede nelle mani dei detentori dei mass media"

LICIO GELLI













L'autunno è vicino. Ma Silvio Berlusconi non può aspettare. Anzi non vuole. Nella speranza che la stagione che viene coincida con le tanto attese elezione, urge un restyling televisivo. E non solo. E' necessario che tutti i mezzi di comunicazione stiano con lui. L'obbiettivo? Scongiurare il pericolo futurista: non sia mai che ci si trovi di fronte un finiano. O peggio il Presidente della Camera in persona. Pertanto, come è noto, Sua Emittenza in questi casi non si perde in chiacchiere. Dopotuttto la politica del fare è il suo segno distintintivo.

Ma cosa ha fatto Silvio? Qualcuno direbbe niente di buono. Altri il contario. Fatto sta che ieri il Premier ha radunato a Palazzo Grazioli i suoi uomini. Schierati su diversi fronti, i vari Minzolini, Petruni, Vinci, Paragone hanno sguainato le spade. Sono pronti. Impavidi e temerari, i soldati sanno già come servire il padrone. Ma la battaglia è iniziata già da qualche giorno. Come hanno dimostrato certi tg e certi quotidiani, Il Giornale e Libero in primis, tutti solerti a 'scongelare' notizie destinate a demolire l'avversario di turno. Trattasi di Gianfranco Fini. Di chi altrimenti? Tuttavia ciò che si è fatto non basta. Si può e si deve dare di più!

LA TV. Il pallino fisso del Premier, si sa, è la tv. Il direttorissimo saprà accontentarlo. ''Mauro Masi vigili sul possibile dilagare dei finiani nei programmi tv. Gli spazi destinati alla nuova formazione politica non devono superare il 2% e comunque in una proporzione non superiore al loro effettivo peso in Parlamento", ha dichiarato Giorgio Stracquadanio, il deputato Pdl che ha auspicato per Fini lo stesso trattamento riservato a Boffo. Ma Stracquadanio è andato oltre e ha chiesto al Cda di mettere il bastone fra le ruote ad "una certa sinistra Rai". Per dirla con le parole del deputato, il Predellino teme che "il Presidente della Camera usi spazi istituzionali per fare propaganda politica". La speranza è "che non ci siano puntate monografiche di 'In Mezz'Ora' su Fini e i colonnelli finiani", e che non si incappi "in telenovele sul FLI in un Tg di grande ascolto come il Tg3, oppure in reiterate puntate di Santoro e ''Anno Zero'' interamente dedicate a Fini e alle sue tesi antiberlusconiane, o a gustare colloqui a base di te' e pasticcini di Fini serviti dal miliardario presentatore di sinistra Fazio. Tutto deve essere proporzionale alle forze parlamentari di un partito". Insomma il Pdl vuole vigilare "affinche' in Rai ci sia una informazione corretta e non nascano tifoserie a favore di chi sta facendo la campagna contro il Governo, perche' sarebbe un uso ancora piu' strumentale della tv pubblica".

IL PROGRAMMA. Il cruccio di Silvio sono le trasmissioni per famiglie e, affinchè si mortifichi l'opinione pubblica Sua Emittenza non ha dubbi: dare il buongiorno agli italiani è fondamentale. Per questo motivo Unomattina potrà godere sempre più spesso della presenza del Presidente e, come di consueto, dei suoi uomini. Ma non è tutto. Anche la domenica si potrà trascorrere in compagnia del Premier. Basta sintonizzarsi sulla Rai dove in programma c'è una Domenica In senza Baudo e, ovviamente, su Canale 5 che anche quest'anno trasmetterà Buona Domenica. Ma su Mediaset Berlusconi, si sa, gioca in casa. E' la Rai invece che continua a dare problemi. Dopo il fallimentare tentativo di epurae Michele Santoro che ritorna con Annozero il 23 settembre, il Premier dovrà combatterà la controffensiva di RaiTre: Floris e Gabanelli, Annunziata e Iacona, Fazio (con Saviano), Serena Dandini e la satira di Gene Gnocchi. Al conduttore de L'ultima Parola, invece l'arduo compito di portare il Carroccio in vetta alle statistiche.

Con La7 destinata a diventare il terzo polo mediatico, è questo lo scenario che si prospetta nei prossimi mesi. Questo la scenario che potrebbe accomapgnare la campagna elettorale agitata dal Signor Tv come uno spauracchio contro il Pd di Bersani. La guerra è aperta. Peccato che sia combattuta con armi impari.

(fonte:
www.unita.it)

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