Il fondatore di Repubblica a "Parla con me" , in qualche modo, parla di me...o meglio del mio blog!
Chi non conosce la verità è uno sciocco ma chi, conoscendola, la chiama bugia è un delinquente. Bertolt Brecht
giovedì 29 luglio 2010
PICCOLE SODDISFAZIONI...
Il fondatore di Repubblica a "Parla con me" , in qualche modo, parla di me...o meglio del mio blog!
mercoledì 28 luglio 2010
I BLOGGER IN PIAZZA CONTRO IL BAVAGLIO
In questo modo si calpesta volutamente la nostra Costituzione, minando il principio di legalità e la divisione dei poteri. Il danno, poi, si ripercuote inevitabilmente sul mondo dell'informazione che vede colpita la fonte delle sue notizie. Per questi motivi non possiamo permetterci di abbassare la guardia. Per questi motivi saremo in piazza. Attenzione e vigilanza. Queste le nostre parole d'ordine».
(fonte: http://www.unita.it/)
martedì 27 luglio 2010
"Siamo tutti politici (e animali)"
premesso questo, posso dirti che
odio i politici odiosi: (e ti risparmio anche soltanto un parco abbozzo di
[catalogo
esemplificativo e ragionato): (puoi sceglierti da te cognomi e nomi, e sparare
nel mucchio): (e sceglierti i perché, caso per caso)
ma, per semplificare,
ti aggiungo che, se è vero che, per me (come dico e ridico) è politica tutto,
a questo mondo, non è poi tutto, invece, la politica: (e questo mi definisce,
sempre per me, i politici odiosi, e il mio perché:
amo, così, quella grande
[politica
che è viva nei gesti della vita quotidiana, nelle parole quotidiane (come ciao,
pane, fica, grazie mille): (come quelle che ti trovi graffite dentro i cessi,
spraiate sopra i muri, tra uno slogan e un altro, abbasso, viva):
(e poi,
lo so che non si dice, ma, alla fine, mi sono odiosi e uomini e animali):
Edoardo Sanguineti
domenica 25 luglio 2010
"HEY BABY": ORA TI SISTEMO IO!
Come difendersi da un molestatore? E' semplice. Basta azionare un pulsante e il gioco è fatto. Bang Bang e lo scocciatore di turno è spacciato. Steso a terra. Grondante di sangue. Peccato però che la realtà sia un tantino diversa. Nel mondo dei comuni mortali, infatti le cose non sono così semplici, a differenza di quanto accade nel videogame che vi propongo di seguito dove l'eroina riesce a vendicarsi senza alcuna difficoltà. Ma lasciando da parte le polemiche, che negli ultimi giorni non sono state poche, non si può non sottolineare come il messaggio del gioco virtuale in questione sia abbastanza chiaro. Le donne chiedono di essere lasciate in pace.
sabato 24 luglio 2010
BLOG, ADDIO!
Tra le modifiche sostanziali figura l'introduzione dell'udienza filtro. Si tratta dello strumento volto a valutare caso per caso cio' che e' rilevante e veramente finalizzato alla conduzione dell'inchiesta da cio' che non lo e', con la conseguenza di rendere pubblicabili le intercettazioni che superano appunto l'udienza filtro.
In merito il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha speso qualche parola: "La nostra linearità è fuori da ogni polemica. Il punto su cui loro hanno fatto una mossa indietro, e cioè l'udienza filtro, era una nostra proposta. Rimangono però problemi rilevanti sul punto delle indagini, parte in cui ci sono nel testo ancora inciampi. Se non si risolve questo punto il nostro atteggiamento rimane duramente negativo".
Il botta e risposta è arrivato dal leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro che ha così difeso la scelta di aver votato contro. "Non sono d'accordo con il resto dell'opposizione che ha votato a favore perché si tratta di un atto di resa inopportuno". Non accetto, prosegue, la scelta del 'meno peggio'. Morire con un colpo di pistola piuttosto che con una dose di cianuro per me è assolutamente identico. Di fatto", conclude il leader dell'Idv, il provvedimento "resta quello che è": un testo "per noi completamente sbagliato". E di sbagliato nel nuovo emendamento non c'è soltanto l'udienza filtro. I cambiamenti, infatti, sono tanti. Vediamone alcuni.
Lo hanno chiamato Comma D'addario ed è l'emendamento che riduce da quattro a tre anni la pena massima per le registrazioni nascoste e quindi considerate fraudolente. Un divieto sorto sull'onda del caso D'Addario ma applicabile anche ai giornalisti per le modalità della registrazione che, ad esempio, è anche quella delle trasmissioni basate sulla 'candid camera'.
E la norma Falcone dove la mettiamo? Ebbene i fautori del nuovo ddl hanno pensato bene di cestinarla. Il provvedimento che garantiva anche per le organizzazioni criminali non mafiose le stesse procedure di indagine agevolate previste per le associazioni mafiose, è diventato carta straccia. Semplicemente non esiste più.
Introdotto anche il concetto di privata dimora sotto il quale vengono etichettate le conversazioni in macchina e in ufficio considerati da questo momento in poi luoghi inviolabili e quindi non più oggetto di indagine.
Eppure il nuovo emendamento all'Udc piace molto. E' di oggi la dichiarazione del deputato Roberto Rao: "Gli emendamenti dell'Udc, in particolare, sono riusciti ad allentare il bavaglio, garantendo maggiore libertà di stampa, e ad eliminare i privilegi per i parlamentari, che ora saranno intercettabili al pari degli altri cittadini".
Ma in tutto questo tram tram a lasciarci le penne sono soprattutto i blog. Il nuovo emendamento, infatti, ha lasciato sostanzialmente inalterata la norma che obbliga anche i blog a pubblicare le rettifiche entro 48 ore dalla richiesta. "Per i siti informatici compresi i giornali e i periodici diffusi per via telematica le rettifiche sono pubblicate entro 48 ore dalla richiesta con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono". A questo proposito la posizione del Pd è risulatato più critica anche se alquanto discutibile. Michele Meta, deputato del principale partito dell'opposizione e Capogruppo in commissione Telecomunicazioni ha invitato il governo e la maggioranza a correggere quella che "rischia di determinare un freno insopportabile alla libertà di espressione e alla creatività di migliaia di blogger. Vista l'immediata e gratuita fruibilità di internet, i blog fanno del web una 'piazza virtuale' aperta, di confronto e arricchimento collettivo, sfidando spesso i grandi media pieni di risorse, sulla qualità e obiettività dell'informazione".
La rete è oggi uno degli strumenti più democratici che esista. Un blog consente di fare informazione e oscurare quelli "non allineati" significa violare ciò che in molti paesi si appresta a diventare uno dei diritti fondamentali dell'uomo: l'accesso alla rete. Ma il mondo del web non si ferma. E' già approdato nelle mani del Presidente della Camera, Gianfranco Fini e in quelle della Commissione Giustizia di Montecitorio, perché venga eliminato dal ddl l'articolo che obbliga i blog alla rettifica.
Entusiasmo e voglia di informare sono due delle principali qualità di un bravo blogger. Il suo obbiettivo? Smuovere le coscienze, formare menti pensati, diffondere la verità. Tutti buoni propositi che il governo italiano, però, pensa di mettere a tacere agitando come uno spauracchio sull'opinione pubblica una sanzione fino a 12.500 euro. Questo il prezzo che un blogger dovrà pagare nel caso in cui decida di diffondere la propria opinione. Giudicate voi se questa è una democrazia.
(fonte: www.repubblica.it)
domenica 18 luglio 2010
sabato 17 luglio 2010
venerdì 16 luglio 2010
HAITI. MESSI VISITA L'ISOLA CHE NON C'E'
MA COME VIVONO GLI HAITIANI A SEI MESI DAL SISMA?
Ma a pagare il prezzo più alto sono soprattutto i bambini, quelli che in poche parole rappresentano il futuro di Haiti, un paese che per il momento un futuro sembra non averlo. 800.000 bambini vagano tra i campi spontanei di Port-au-Prince, 275.000 sono vaccinati contro le principali malattie, 500.000 sono a rischio e quindi necessitano di protezione. Ma non è tutto.
giovedì 15 luglio 2010
"ADULTERIO DURANTE IL MATRIMONIO": CONDANNATA ALLA LAPIDAZIONE
E' questo l'ultimo drammatico appello lanciato qualche giorno fa da due ragazzi iraniani. Sajjad e Farideh hanno rispettivamente 20 e 16 anni. Sono giovani. Ma la realtà, quella più cruda, l'hanno già guardata in faccia ed ora vogliono una sola cosa: salvare la loro mamma.
Occhi neri e volto pallido incorniciato dal tipico velo islamico, nero e senza fronzoli. Questo è il ritratto di Sakineh Mohammedie Ashitiani, un nome che ormai è sulla bocca di tutti. Ma come potrebbe essere altrimenti?
Ma l'opinione pubblica non dimentica e l'8 luglio scorso è arrivata la sentenza dell'Ambasciata iraniana a Londra: Sakineh molto probabilmente non verrà lapidata ma la condanna a morte potrebbe essere comunque eseguita, anche tramite impiccagione, dal momento che il suo avvocato non ha ricevuto alcuna comunicazione ufficiale sulla commutazione della sua condanna a morte.
Il caso di Sahineh ha colpito tutti innescando una mobilitazione internazionale senza precedenti, come quella del gruppo umanitario Amnesty International che si batte per l'annullamento della sentenza tramite una petizione diffusa sul Web. Anche all'interno delle istituzioni iraniane si è aperto un dibattito sulla leggitimità della condanna e sulla vergogna che potrebbe ricadere sulla Repubblica Islamica se la donna vennisse torturata. Una questione di immagine, quindi, più che di diritti umani.
"Condanne di questo tipo verranno attentamente riviste e probabilmente cambiate", ha dichiarato il responsabile dell'ufficio dei Diritti umani a Teheran, Mohammad Javad Larijiani, fratello del presidente del Parlamento iraniano. Insieme i due stanno cercando di arginare la protesta, ogni giorno più forte, che viene non solo dal mondo della politica ma anche da intellettuali, giornalisti, cantanti, premi Nobel, attori, capaci di mobilitare non soltanto l'opinione pubblica ma di fare pressione anche sul governo iraniano che sembra aver preso in considerazione la protesta. Ora che i riflettori sono puntati...
venerdì 9 luglio 2010
EPPUR QUALCOSA SI MUOVE
Oggi la carta stampa, domani la rete, la tv, la radio e gli uffici stampa. Per due giorni l'informazione rimarrà ferma. Un silenzio eloquente quello indetto dalla Fnsi (Federazione Nazionale Stampa Italiana) con l'adesione dell'Ordine dei giornalisti. Il motivo? La "legge bavaglio" che firmata dal Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, pesa come un macigno sulla testa di giornalisti ed editori. La libertà di informazione è in pericolo. Il diritto di ogni cittadino ad essere informato è minacciato. Un diritto tutelato dalla Costitizione a cui fa da contraltare il dovere dei giornalisti di dare tutte la notizie utili ai lettori. «Una scelta obbligata e senza alternative in mancanza di fatti nuovi che avrebbero potuto far cadere le ragioni della protesta» ha spiegato ieri il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi . «Lo sciopero è un mezzo e non un fine che per noi resta quello di far arretrare una legge sbagliata». Compatta e motivata la stampa non demorde. Solo alcuni giornali non hanno aderito allo sciopero. Trattasi di Libero e Il Giornale, i due quotidiani che oggi edicola la facevano da protagonisti. Ma a contestare sono in tanti e il black out di oggi vuole essere un gesto simbolico. Una forma di "resistenza civile" di fronte ad una legge che proprio non si addice a quella che i nostri politici amano chiamare "democrazia".
(Fonte: http://www.unita.it/)
mercoledì 7 luglio 2010
Un piccolo consiglio alla "MEGLIO GIOVENTU'"
lunedì 5 luglio 2010
INVICTUS. IL FILM E LA POESIA
Proiettato nelle sale italiane a partire dal 26 febbraio 2010, l'ultimo film di Clint Eastwood racconta una storia vera. A fare da sfondo alla vicenda è il Sud Africa, quello del post-elezioni di Nelson Mandela. Riunificare il paese, sfidare le leggi razziali, creare un popolo e insieme una nazione che siano faro nel mondo: questi gli obbiettivi di uno dei leader più carismatici che siano mai esistiti sulla faccia della Terra: Nelson Mandela, un tempo il protagonista del movimento anti-apartheid.
Ma, come ho anticipato, Invictus che proviene dal latino e significa "invincibile", è anche il titolo che il poeta inglese, William Ernest Henley, nel lontano 1888 aveva dato al suo poemetto. Sin da bambino il poeta fu affetto da una grave malattia, turbercolosi ossea, che gli impedì di proseguire gli studi e di tentare la carriera giornalistica. Avave 25 anni quando i medici furono costretti ad amputargli una gamba per permettergli di sopravvivere ma Hanley non si diede per vinto e visse altri 30 anni con una protesi artificiale. La poesia fu scritta proprio sul letto dell'ospedale ed il titolo "mai sconfitto" non è casuale. Ma si sà, la poesia non ha confini. Essa infatti ha superato il granitico muro del tempo per diventare il conforto di Nelson Mandela durante i lunghi anni di prigionia che nel film vengono rivissuti attraverso gli occhi del capitano della squadra di Rugby, interpretato da Matt Damon. Il leader degli Springbock si mette alla ricerca di quella che un tempo era stata la cella di Madela. E' la numero 944. Ora è vuota. Solo una sedia e una coperta, e il fantasma del Presidente che il Capitano "vede" proprio mentre recita la poesia. Guardate un pò...
LA POESIA CHE NELSON MANDELA LEGGEVA IN CARCERE...
buia come il pozzo più profondo che va da un polo all’altro,
ringrazio gli dei chiunque essi siano
per l'indomabile anima mia.
Nella feroce morsa delle circostanze
non mi sono tirato indietro né ho gridato per l’angoscia.
Sotto i colpi d’ascia della sorte
il mio capo è sanguinante, ma indomito.
Oltre questo luogo di collera e lacrime
incombe ma l’orrore delle ombre
e ancora la minaccia degli anni
mi trova, e mi troverà, senza paura.
Non importa quanto sia stretta la porta,
quanto piena di castighi la vita.
Son Io il signore del mio destino.
Son Io il capitano dell'anima mia.