venerdì 9 luglio 2010

EPPUR QUALCOSA SI MUOVE

STAMPA IN SCIOPERO CONTRO LA LEGGE BAVAGLIO




Oggi la carta stampa, domani la rete, la tv, la radio e gli uffici stampa. Per due giorni l'informazione rimarrà ferma. Un silenzio eloquente quello indetto dalla Fnsi (Federazione Nazionale Stampa Italiana) con l'adesione dell'Ordine dei giornalisti. Il motivo? La "legge bavaglio" che firmata dal Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, pesa come un macigno sulla testa di giornalisti ed editori. La libertà di informazione è in pericolo. Il diritto di ogni cittadino ad essere informato è minacciato. Un diritto tutelato dalla Costitizione a cui fa da contraltare il dovere dei giornalisti di dare tutte la notizie utili ai lettori. «Una scelta obbligata e senza alternative in mancanza di fatti nuovi che avrebbero potuto far cadere le ragioni della protesta» ha spiegato ieri il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi . «Lo sciopero è un mezzo e non un fine che per noi resta quello di far arretrare una legge sbagliata». Compatta e motivata la stampa non demorde. Solo alcuni giornali non hanno aderito allo sciopero. Trattasi di Libero e Il Giornale, i due quotidiani che oggi edicola la facevano da protagonisti. Ma a contestare sono in tanti e il black out di oggi vuole essere un gesto simbolico. Una forma di "resistenza civile" di fronte ad una legge che proprio non si addice a quella che i nostri politici amano chiamare "democrazia".

(Fonte: http://www.unita.it/)

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