sabato 12 giugno 2010

IL CONTRARIO DI COPYRIGHT: COPYLEFT

Fino a qualche minuto fa ero alla disperata ricerca di notizie sul Copyleft. Continuavo a pensare: Ma che sarà mai sto Copyleft? Non mi perdo d'animo. Inizio la ricerca su Google, quando, ecco spuntare qualcosa: il primo sito italiano sul Copyleft. Interessante. Clicco su http://www.copyleft-italia.it/. Si apre un mondo. Che bello e quante informazioni! Comincio a curiosare.
La scritta a lato, PER INIZIARE, attira la mia attenzione. Proprio quello che ci vuole. Il Percorso Guidato che ho intrapreso si compone di diverse sezioni. Nella premessa la questione viene posta immediatamente sul piano guiridico:

Gran parte dei dubbi che l'utente medio può porsi relativamente al copyleft, derivano non tanto dalla difficile comprensione del fenomeno copyleft quanto dalla mancanza di nozioni giuridiche di base e più precisamente dalla poca conoscenza dei principi essenziali di diritto d'autore. Il copyleft infatti si fonda proprio sul diritto d'autore classico e ne innova alcuni meccanismi,
si legge nella parte alta della pagina.
Ma non mi basta. In testa ho ancora tanta confusione. Proseguo la lettura. Introduzione al modello del Copyleft. Bene. Clicco. Realizzata da Simone Aliprandi, l'ideatore del sito, l'Introduzione mi fornisce una prima definizione.
L'espressione "copyleft" nasce dalla prassi goliardica di alcuni sviluppatori di software che distribuivano copie dei loro lavori riportanti la dicitura "copyleft - all rights reversed" (con una © rovesciata). In effetti il termine è molto significativo poichè racchiude un duplice gioco di parole: "left" è appunto il participio passato di "leave" (lasciare, permettere) e comunica l'idea di un regime più libero; ma è anche l'opposto di "right" (destra) e comunica un'idea di ribaltamento dei principi. Questo nuovo modello di gestione dei diritti d'autore ha avuto fin da subito grande rilevanza socio-culturale e col tempo l'espressione "copyleft", forse per la sua particolare efficacia semantica, è stata usata per indicare più ampiamente tutto questo fenomeno giuridico di rivisitazione del modello tradizionale di gestione dei diritti d'autore.

Mi accorgo poi come il sito dia la possibilità di accedere ad altre definizioni di Copyleft. Mi incuriosisce quella secondo GNU rivolta unicamente all'ambito del Software. Hai mai sentito parlare di GNU? Io no. Proprio mai. Il link disponibile sul sito mi porta sulla pagina del progetto GNU. Si tratta di un sistema operativo alla cui base c'è la filosofia del software libero. E a proposito di Software libero leggo:
Il software libero è una questione di libertà: ognuno deve essere libero di utilizzare il software in ogni modo che sia socialmente utile. Il software differisce dagli oggetti materiali - come sedie, spaghetti e benzina - in quanto può essere copiato e modificato molto più facilmente. Sono queste le possibilità che rendono il software così utile, e noi crediamo che chi usa software debba potersene avvantaggiare.

Ma riprendiamo il filo rosso e ritorniamo alla definizione di Copyleft secondo GNU:

Il copyleft è un metodo generico per rendere un programma (o altro lavoro) libero ed imporre che tutte le modifiche e versioni estese del programma siano anch'esse software libero. Il modo più semplice per rendere un programma, o altro lavoro, libero è dichiararlo di dominio pubblico, privo di copyright.

Il Copyeft in conclusione non è altro che il contrario del Copyright in quanto basato su una serie di concessioni che l'autore di un' opera fa ai suoi friutori di utilizzare ed eventualmente modificare i contenuti. Tutto sommato la ricerca ha dato i suoi frutti. Soddisfacente!

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