venerdì 28 maggio 2010

INFORMATICA APPLICATA AL GIORNALISMO 28/05/2010

COMUNICAZIONE POLITICA
Eccoci alla penultima lezione di Informatica applicata al Giornalismo. Argomento del giorno: la Comunicazione Politica. Tre le tipologie di comunicazione affrontate dal prof. Alfonso. Insieme alla comunicazione istituzionale che ha costituito il tema principale della lezione scorsa e alla comunicazione di prodotto che esimineremo in occasione del prossimo ed ultimo appuntamento, la comunicazione politica rappresenta un modello comunicativo estremamente attuale e soprattutto potrebbe costutire in futuro per noi studenti di giornalismo un terreno fertile in termini di sbocchi occupazionali. Indagini, sondaggi, monitoraggi sono solo alcune delle attività che ruotano intorno alla comunicazione politica.
Ma che cosa intendiamo con l'espressione comunicazione politica? Innanzitutto è necessario distinguere tra la politica in senso stretto e la comunicazione politica vera e propria. Quest'ultima riguarda piuttosto la ricerca di un risultato che si misura poi in termini di consenso. Ebbene la comunicazione politica è consenso. Fare comunicazione politica significa soddisfare gli interessi della comunità che si vuole rappresentare e per questo motivo bisogna tenere presente molti fattori. Fardelli di un buon comunicatore sono essenzialmente il chi, il come e soprattutto il che cosa si vuole comunicare.
Tante le differenze rispetto alla comunicazione di prodotto. Innanzitutto quella politica non ha bisogno di intermediari. E' più diretta e sicuramente meno emozionale. La vendita di un prodootto porta con sè una carica emotiva che si misura in termini economici e presuppone una buona dose di creatività. Anche in politica si vende un prodotto ma la cartina di tornasole è ovviamente il consenso. Inoltre c'è da dire che una comunicazione politica veicola un messaggio i cui vantaggi non devono essere evidente al destinatario ma piuttosto nascosti tra le righe. In caso contrario la comunicazione politica si ridurrebbe a puro e semplice marketing che invece non necessita dell'ausilio della parola. Colpire. Colpire. Colpire. E' questo il punto di forza del marketin. Lo slogan, insomma. La comunicazione, quella politica, rifugge la frase ad effetto per approdare al mondo della parola. Una parola che sappia persuadere, convincere e informare. Una parola che sappia in qualche modo essere anche intuitiva.
E a questo punto eccoci di nuovo in giro per il modo. Prima tappa: USA.
Chi secondo voi tra gli esponenti politici in carica può essere considerato il migliore comunicatore? Alla domanda del prof. si è levata una voce per così dire corale...Barack Obama, ovvio. Ma sarà vero? Ebbene senza deludere coloro i quali il Presidente ha saputo catturato con il suo charme durante i lunghi ed interminabili mesi di campagna elettorale, la risposta non è proprio positiva. Senza dubbio Obama è cosiderato un buon oratore ma per un motivo in particolare: ha vinto. Ha vinto contro McCain e questo sebbene risulti scontato è fondamentale per venire annoverato tra i comunicatori più bravi. Obama ha avuto consenso ma analizzando la situazione con un occhio più esperto possiamo dire che non è stato poi tanto merito suo. Ripetitivo nelle parole e negli attegiamenti il Presidente degli Stati Uniti è tale grazie al sistema di comunicazione di cui si serve. Ma come fanno e hanno fatto tutti i politici del mondo, del resto. Il più garade cominicatore degli ultimi tempi è stato senza dubbio il francese, Charles De Gaulle, un miltare. Particolare quest'ultimo da non trascurare. Ma ritorniamo negli Usa dove la comunicazione politica è senza dubbio molto efficiente. Consiglieri, comunicatori, attivisti, analisti, tecnici informatici, spie sono le figure che colorano il mondo della comunicazione politica e negli Stati Uniti il loro compito è particolarmente arduo soprattutto in consideazione dell'elevato tasso di disinteresse degli americani nei confronti della politica. Demolire l'avversario, studiarlo, spiarlo è fondamentale per arrivare primi. Di questo sono ben cosapevoli gli uomini di Obama e strategica è risultata la decisione di ingaggiare il personal manager di Google con cui lavorano 120 persone. Eh, si perchè la tecnologia gioca un ruolo fondamentale nel mondo della comunicazione politica. La rete consente di anticipare tutte le mosse dell'avversario anche se gli errori possono essere molteplici. In America il punto più alto del podio in materia di comunicazione è detenuto dai blog: Drunge Report, Dagospia, Huffington Post, per dirne alcuni. Ultima precisazione. L'attività di comunicazione non è finalizzata al raggiungimento di un buon risultato elettorale. Il consenso va coltivato e in questo senso Obama ha saputo distinguersi. Si può definire una sorte di circolo vizioso quello che sta alla base della logica comunicazionale finalizzata al mantenimento del consenso: dare informazioni per ottenere informazioni e così...via a profilature, feedback, informazioni riflesse e chi più ne ha più ne metta! L'obbiettivo: individuare una base di dati oggettivi che vengano incardinati nell'esperienza soggetiva. Ogni giorno. In maniera maniacale. Semplicemente per conoscere le proprie vittime. Lo staff che circonda il leader è più importante del leader stesso. Ribadisco.
Ma attraversiamo l'Atlantico e con un piccolo salto arriviamo in Eurpoa. Meta: Gran Bretagna. L'analisi della comunicazione inglese presuppone un riferimento ai fatti degli ultimi giorni: le elezioni politiche che hanno visto il confonto tete a tete tra Brown, il presidente uscente, e Cameron. Le statistiche avevano annunciato la sconfitta del primo e come volevasi dimostrare il candidato conservatore ha avuto la meglio. Ma non proprio dal momento che il terzo partito in gioco, i liberali di Clegg, ha avuto un consenso tale da potersi sedere al tavolo delle trattative ed ottenere la poltrona della vicepresidenza. Come ha fatto? Semplice. Questione di comunicazione politica. Il canditato liberale ha saputo sfruttare la rete molto meglio di quanto non abbia fatto Cameron, incollato alle telecamere delle televisioni per tutto il periodo elettorale. E così è stato portato avanti un modello sanguisuga finalizzato alla persecuzione continua e asfissiante dell'avversario. Una persecuzione che ha dato i suoi frutti nelle ultime 48 ore di campagna elettiorale.
Arriviamo così in Francia. La patria di Sarkosy. La nazione dove fare comunicazione politica significa costruire la figura del leader, esaltarla, mitizzarla un pò come sta accadendo in Italia dove assistiamo ogni giorno all'inacapacità dei politici di sinistra di veicolare un messaggio che abbia qualcosa di politico e alla corsa sfrenata del centro destra che, ahimè, diffonde mesaggi migliori dal punto di vista della comunicazione. Si tratta di messaggi decodificabili e quindi compresi meglio dagli italiani che tra gli interessi primari non mettono certo la politica!

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